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Pensioni e costo della vita, dilemmi del Governo

Preoccupa l’aumento dei costi di forniture gas ed energia elettrica

Il premier Mario Draghi ed i suoi ministri hanno deciso di approvare insieme alla Nota di aggiornamento del Def anche la riforma fiscale, indispensabile anche per reperire le risorse necessarie per sostenere il costo dell'inflazione, che incide pesantemente sulle pensioni e sui costi della macchina pubblica, e che inevitabilmente passerà anche attraverso la revisione amministrativa del catasto e l'aggiornamento degli estimi catastali. Purtroppo ancora una volta la politica adottata è quella di nascondere i problemi sotto il tappeto promettendo a tutti che "nessuno pagherà più tasse sulla casa", senza però chiarire in che modo ma rimandando la soluzione del problema al prossimo governo.

Il primo problema che l'esecutivo deve affrontare è quello legato alla legge di bilancio 2022 nella quale dovrà essere previsto uno stanziamento di almeno 4 miliardi di euro per adeguare le pensioni nel 2022: saranno oltre 22,8 milioni di assegni previdenziali che dovranno essere rivalutati sulla base dell'inflazione che per il 2021, come stimato nella Nadef, il documento di economia e finanzia appena aggiornato dal governo, dovrebbe attestarsi intorno all'1,5%.

Al problema della copertura finanziaria si affianca anche una difficoltà tecnica nell'adeguare le pensioni all'andamento del costo della vita, dal momento che il metodo per attribuire l'incremento approvato dal primo governo Conte (M5S/Lega) nel 2019 è ormai in scadenza il prossimo 31 dicembre e che quindi dal primo gennaio si dovrebbe tornare ai tre vecchi scaglioni approvati dal governo Prodi e molto più convenienti per i pensionati, ma drammaticamente onerosi per i conti pubblici che si troverebbero oberati da oltre 4,4 miliardi di euro di costi in più.

In questo contesto già molto complicato è necessario trovare la copertura anche per fronteggiare l'aumento dei costi delle forniture di gas ed energia elettrica, aumentate circa del 14 e del 30% pur in presenza di interventi di mitigazione da parte dell'esecutivo, che incideranno per una famiglia media all'anno per circa 300 euro e proporzionalmente per una cifra in fase di conteggio per la macchina dello stato.
Alla base di questa crescita, che inciderà pesantemente sulla vita di tutti i cittadini e sulle imprese, ci sono l'aumento del prezzo del gas naturale ed il costo dei permessi per la CO2 prodotta, fattore quest'ultimo che ha confermato come la mancanza di capacità di adeguamento delle decisioni politiche alle mutazioni dei contesti possa causare enormi danni.

La determinazione della Commissione europea del 14 luglio di presentare il pacchetto "Fit for 55" con l'obbiettivo di raggiungere entro il 2030 la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto al 1990, per poi arrivare alla "Carbon tax" entro il 2050, è stata quantomeno inopportuna e inadeguata per la sua tempistica dal momento che ha portato il costo della Co2 ad agosto a 60 euro a tonnellata, contro i 28 dell'anno scorso in un contesto in cui la ripresa economica dovuta alla fine del lockdown ed al buon andamento della campagna vaccinale era già fortemente rallentata dall'aumento del prezzo delle materie prime ed in alcuni casi anche dalla loro limitata disponibilità.
In occasione del suo intervento al T20 Summit di Milano, Kristalina Georgieva, direttore generale del Fondo monetario internazionale da un anno e mezzo, ha lanciato l'allarme per uno "scenario endemico" in cui una larga parte del mondo rimane non vaccinata e le economie si stanno adattando a convivere con il Convid19 con il rischio di effetti disastrosi sulla crescita.
Georgieva ha sottolineato: "Potremmo vedere le perdite di Pil globale salire a 5.300 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni" e ha sollecitato una politica per arrivare entro la fine dell'anno alla vaccinazione di almeno il 40% della popolazione di ogni paese del mondo e del 70% entro il primo semestre del 2022. Per evitare questa tragedia umanitaria, Georgieva ha ricordato: "Nazioni ricche devono consegnare immediatamente le donazioni di vaccini già annunciate, incrementare le produzioni e la loro distribuzione ed eliminare le barriere commerciali al materiale sanitario".

In questo scenario è necessario offrire al premier Draghi il supporto indispensabile per portare avanti tutte le riforme previste nel Pnrr in un paese dove purtroppo ogni giorno si continuano a leggere le solite storie di corruzione e malaffare spicciolo di uomini che sembrano non accorgersi delle difficoltà in cui si trova l'Italia ed i suoi cittadini.
Il risultato dell'ultima consultazione elettorale non deve diventare una strumento di scontro tra le forze politiche presenti in Parlamento ma servire da sprone ed incoraggiamento per lavorare tutti insieme per portare il paese fuori dalla crisi e sostenere un rilancio forte e duraturo creando occupazione vera e di qualità superando tutte le oggettive difficoltà che ci circondano.

Fonte: Il Cittadino
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