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L’italia cresce, ma l’occupazione è al palo

Prevalgono i contratti di lavoro a tempo, anche di brevissima durata

Nella Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza, il Governo prevede una crescita superiore al 10% nel biennio 2021-2022 sulla base delle nuove proiezioni con cui si aprirà la nuova sessione di bilancio tornando ad uno scenario che non si vedeva in Italia dalla fine degli anni '60.

Le fabbriche stanno tornando a livelli di produzione pre-pandemia, specialmente grazie al forte incremento dell'export, ma con una grande incognita rappresentata dall'inflazione e dai prezzi dell'energia che continuano a salire e che potranno essere solo parzialmente mitigati dagli interventi dell'esecutivo.

Il Bollettino economico della Banca d'Italia prevede nel 2021 per le imprese italiane un'accelerazione dei loro investimenti e l'indicazione viene confermata dall'economia reale con una crescita della produzione di macchine utensili, robot e automazione dell'88,2 per cento con l'aumento degli ordini nazionali che tocca il picco del 238%. Il successo della campagna vaccinale che ha spinto gli italiani a riprendere a consumare ed andare in vacanza consente al premier Mario Draghi ed ai suoi ministri di considerare ragionevolmente una chiusura del 2021 con un aumento del Pil intorno al 6 %, contro la vecchia previsione del 4,5%, nettamente migliore di molti altri paesi, tra cui Francia e Germania.

Anche la produzione industriale sta crescendo meglio dell'Eurozona e Draghi non vuole perdere questa straordinaria congiuntura favorevole e trasformare questo rimbalzo in una crescita strutturale dell'economia con l'aiuto delle immense risorse messe a disposizione dal Next Generation Eu. La strategia del governo è quella di continuare ad accelerare sul Green Pass, rendendolo in qualche modo di fatto obbligatorio, per permettere una generale riapertura di tutti i servizi, dai musei agli impianti sciistici, ed una forte riduzione dello smart working specialmente nel pubblico impiego.
Il premier Mario Draghi, in occasione del suo intervento all'Assemblea di Confindustria, nel commentare la ripresa in atto ha voluto però ricordare a tutti come possa essere fragile ed esposta a rischi geopolitici non controllabili e come sia quindi necessario un forte impegno da parte di tutti per evitare ogni forma di conflitto sociale, sottolineando: "Vorrei che tutti noi condividessimo un patto a beneficio dei più deboli e delle prossime generazioni. Nessuno può chiamarsi fuori. Troppi lavoratori hanno ancora un contratto a tempo determinato e nel 2020 più di 2 milioni di famiglie erano in condizione di povertà".
Draghi ha poi spiegato ancora una volta come le "buone relazioni industriali" siano indispensabili per sfruttare al meglio questa opportunità di crescita. Il ministro Andrea Orlando, durante una pausa dei lavori, ha posto l'accento su quanto accaduto nel 1973 quando venne firmato tra sindacati ed imprese l'accordo per i metalmeccanici nonostante la conflittualità fosse altissima.
Il tema del lavoro diventa ogni giorno più importante ed assume aspetti a volte sconcertanti. L'occupazione cresce, ma solo per i contratti a tempo con un secondo trimestre che registra come il 35% del totale ha una durata inferiore ai 30 giorni ed il 37%tra 2 e 6 mesi; solo lo 0,6% supera l'anno. La nota congiunta di Istat, Inps, Anpal e Ministero del lavoro diffusa in questi giorni conferma che i contratti con durata brevissima nei mesi tra aprile e giugno sono tornati al livello pre-pandemia ma gli occupati no.

Andrea Garnero, economista dell'Ocse, conferma: "Siamo lontani dal pre-crisi, molti occupati sono rientrati dalla Cassa integrazione, prevalgono i contratti a tempo ed è necessario vedere se a ritmo di crociera la precarietà si ridurrà". Il Cnel conferma anche il problema della proliferazione del numero dei contratti di lavoro che nel mese di giugno hanno raggiunto i 985, l'80% in più nell'arco di un decennio, e che spesso sono semplicemente accordi pirata firmati da sindacati o associazioni di impresa sconosciuti per aggirare le norme generali.
Garnero osserva anche: "Ci sono contratti firmati da 6-7 sigle che impattano su 1-2 persone con più firmatari che lavoratori. Questo proliferare non è dinamismo, piuttosto indice di deterioramento e abusi, con l'obbiettivo spesso esplicito di fissare condizioni al ribasso, specie sui salari".
Le imprese segnalano però con sempre maggiore insistenza come non si riescano a trovare circa mezzo milione di lavoratori con determinate caratteristiche e come nel settore dei servizi sia quasi impossibile trovare personale dal momento che molti preferiscono rifiutare l'opportunità di un'occupazione per non perdere i vari sussidi di cui beneficiano. Il concetto di sussidiarietà ed aiuto deve tornare ad essere solo uno strumento per fronteggiare situazioni di crisi e povertà temporanea.
E’necessario che le forze politiche ritrovino quell'unità indispensabile per dare al governo la forza di cui ha bisogno per portare il paese ed i suoi cittadini verso una crescita stabile e strutturale sapendo di poter contare sul Parlamento per una rapida e costruttiva approvazione di tutte quelle norme indispensabili per portare a termine le riforme che sono molto difficili, complesse ed urgenti.

Fonte: Il Cittadino
L’italia cresce, ma l’occupazione è al palo
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