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Eurobond e Mes: indispensabile che l'Europa trovi un accordo

Da Confindustria le stime relative al calo del PIL

Il premier Giuseppe Conte, nell'annunciare il prolungamento del blocco delle attività nel nostro paese, fino al prossimo 3 maggio, è stato costretto a soffermarsi sulla sfida che si sta vivendo in Europa tra i paesi che si affacciano sul Mare Mediterraneo guidati da Italia, Francia e Spagna a cui si è unito un folto gruppo di partners europei e dall'altra parte i paesi del Nord con Olanda, Austria, Finlandia e Germania che spingono per allungare i tempi per trovare un accordo sul Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) e gli Eurobond. L'Eurogruppo, dopo settimane di stallo e continue accese discussioni interne, è riuscito a trovare un accordo sulle misure per reagire alla recessione scatenata dalla pandemia; si tratta di un compromesso che permette di prendere tempo, ma solo per qualche giorno.

Il testo che verrà sottoposto all'esame della prossima riunione dei leader europei è molto ambiguo e prevede che l'accesso al Mes sarà slegato da qualsiasi forma di futura austerità solo per la parte dei fondi che saranno utilizzati per spese sanitarie dirette ed indirette.

La situazione rimane così incerta che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è stato costretto a spostare di una settimana il vertice dei leader tra capi di stato e di governo al 23 aprile per tentare di trovare una mediazione reale tra posizioni che restano ancora molto lontane ma il tempo è un fattore determinante per permettere all'Italia di uscire dalla pandemia e dai suoi drammatici effetti sull'economia e questa tattica dilatoria può creare al nostro paese, come evidenziato recentemente anche dall'ex presidente della Bce Mario Draghi, danni irreparabili.

La presidente dalla Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente Michel stanno lavorando per cercare di fissare le linee guide del "Recovery plan", ma resta il fatto che al Fondo proposto dalla Francia, e appoggiato da Italia e Spagna, si oppongono con determinazione gli olandesi ed i tedeschi che non vogliono menzionare chiaramente la possibilità che il nuovo fondo possa raccogliere risorse sul mercato.

Confindustria ha ancora una volta evidenziato che è necessario "Ripartire a breve o si ferma il Paese", naturalmente nel rispetto di tutte quelle misure necessarie a garantire la salute della popolazione, per evitare "che l'Italia spenga definitivamente il motore"; in particolare la preoccupazione dell'associazione degli industriali si focalizza sulla tabella di marcia per l'erogazione degli aiuti economici destinati alle imprese dal momento che le aziende hanno bisogno di fondi freschi subito. I meccanismi messi in campo dal governo, con gli schemi SACE e Fondo di garanzia, avranno bisogno di tempo per entrare a regime ed il timore è che la burocrazia possa imporre tempi così lungi da determinare il rischio che i fondi arrivino quando le imprese saranno già chiuse ed i lavoratori licenziati.

Lo Svimez, l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, ha recentemente pubblicato uno studio con una stima di un costo al mese per il nostro paese causato dal lockdown di oltre 47 miliardi di euro di cui 37 persi nelle aree del centro nord ed una valutazione, basata sul presupposto di una piena ripresa dell'attività nel secondo semestre dell'anno, di una riduzione del Pil dell'8,4 % con un calo dell'8,5 % al Nord e del 7,9 % al Sud.

Si tratta di dati che gli altri principali istituti ritengono estremamente ottimistici con previsioni che arrivano fino ad un calo tra il 15 ed 18 % del Pil alla fine del 2020.

In particolare Svimez evidenzia come il Sud rischia "di accusare una maggiore debolezza rispetto al Centronord nella fase di ripresa perchè sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione" e questo è un aspetto particolarmente importante di cui dovrà tenere conto il nostro esecutivo per individuare interventi in grado di aiutare anche al Sud i soggetti più deboli, i lavoratori non tutelati e le famiglie a rischio povertà.

Il presidente del consiglio Conte è stato quindi costretto a ribadire ancora una volta, di fronte alla lentezza ed incertezza dell'Europa: "Non firmerò nessun accordo fino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo. Sono sicuro che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti" ma purtroppo è necessario constatare che ad oggi le proposte maturate nel vertice dell'Eurogruppo sono solo un primo timido passo avanti verso una soluzione accettabile per il nostro paese che ancora volta sottolinea che il fondo dovrà essere finanziato con gli Eurobond”.

E’ necessario che ci sia "una potenza di fuoco proporzionata alla sfida", ed essere disponibile subito senza futuri vincoli di austerità. Conte conferma quindi che l'Italia non considera il Mes "uno strumento adeguato a questa emergenza" ma tradisce anche la debolezza politica del nostro paese lanciandosi in una pubblica dichiarazione polemica nei confronti delle opposizioni, ed in particolare di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, accusandoli di essere in qualche modo responsabili della nascita del Mes nel lontano 2012 dimenticando che in quell'anno il premier era Mario Monti che peraltro aveva ritenuto la nascita di questo strumento una nuova "opportunità" anche per il nostro paese.

In un momento così drammatico, dobbiamo necessariamente prendere atto che in Europa esistono profonde divisioni: un parlamento olandese che approva due risoluzioni che esortano il governo a bocciare gli Eurobond, e uno dei più prestigiosi giornali tedeschi, il Die Welt, che si permette di titolare "La mafia in Italia aspetta i soldi Ue"; inoltre, la presidente dalla Bce Christine Lagarde dichiara: "E' impensabile una cancellazione dei debiti contratti per contrastare lo shock economico senza precedenti causato dal Coronavirus"; è invece necessario avere il coraggio di lavorare tutti insieme per aiutare il paese a risollevarsi dimenticando le divisioni politiche e le strategie elettorali, ma quanto accaduto in questi giorni desta un grande allarme perchè sembra che l'unica preoccupazione dell'esecutivo sia quella di trovare un responsabile politico nazionale per le difficoltà che stiamo trovando con i partners europei.

Solo uniti e solidali potremo far sentire la nostra voce ed aiutare un'Europa, oggi così lontana dagli ideali dei suoi fondatori, a ritrovare la sua ragione di esistere con tutti i paesi messi sullo stesso piano e con il diritto ad un uguale rispetto.

La memoria è importante per capirsi e trovare delle intese ragionevoli. Spesso in passato si è giustamente derogato ad accordi e norme per aiutare i paesi in difficoltà come è avvenuto per la Germania con la cancellazione del debito di guerra e la gestione degli aiuti necessari per la riunificazione; oggi è necessario che al nostro paese venga garantito lo stesso trattamento per permetterci di uscire dalla pandemia e riattivare la nostra economia aiutando una popolazione ogni giorno più povera ed in difficoltà.

Fonte: Il Cittadino
Eurobond e Mes: indispensabile che l'Europa trovi un accordo
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