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Emergenza Covid-19: l'Europa non imponga vincoli economici agli Stati

L'Italia si impegni di più nella gestione dell'emergenza, utilizzando al meglio le risorse disponibili

Mario Draghi, ex presidente della Bce, è recentemente intervenuto per sottolineare, ancora una volta, come in economia il costo dell'esitazione può causare danni irreversibili: "La memoria delle sofferenze degli europei negli anni 1920 a causa della fase depressiva è un ammonimento" e per questo la risposta alla guerra contro il coronavirus deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico, nell’ottica della difesa del lavoro come priorità". Nel suo intervento Draghi, partendo dal fatto che "la pandemia in atto è una tragedia umana dalle proporzioni potenzialmente bibliche", ha lanciato un forte appello ai governi ad agire in modo adeguato e rapido affinchè la profonda recessione inevitabile non diventi depressione. Il centro studi di Confindustria rivela come a marzo ci sia stato un crollo del 16,6 % nella produzione industriale, il calo più ampio da quando sono disponibili le serie storiche e cioè dal 1960, portando il dato del primo trimestre ad un -5,4 %.

Nello stesso rapporto viene anche indicato come sia stata imposta la chiusura del 57 % delle attività industriali a partire dal 23 marzo e come il restante 43 % di attività stia operando a un regime molto ridotto con una previsione per il secondo trimestre di un crollo del Pil intorno al 15-18 per cento.

Il Commissario Ue agli affari economici Paolo Gentiloni ha voluto esprimere con chiarezza che "L'emissione di bond per mutualizzare il debito non verrà mai accettata": è quindi necessario "Spostare la discussione su quali obbiettivi finanziare e poi decidere come", per cercare di superare le divisioni interne all'Unione in cui la discussione tra i partners "E' legittima ma non adeguata alla fase che viviamo, perché non è finalizzata a trovare soluzioni".

In un momento così grave per i cittadini europei Gentiloni ha ancora una volta sottolineato come "La Germania debba riuscire a comprendere la nuova situazione" non solo a parole ma anche nei fatti. La Germania ha dimostrato che la sua leadership non è all'altezza delle responsabilità che competono ad un paese così forte e determinante all'interno dell'Ue come messo in tragica evidenza dal muro di gomma tedesco che è stato ben rappresentato da Angela Merkel in occasione dell'ultimo Consiglio europeo. L'emergenza sanitaria ed economica che ha colpito l'Europa, e gran parte del mondo, deve essere l'occasione per ridiscutere i modelli di sviluppo che fino ad oggi si credevano immutabili e deve essere messa in campo una riforma del capitalismo che parta dal cambiamento dei rapporti tra Stato e mercato con il coraggio di affrontare problemi epocali che sono emersi in tutta la loro gravità ma che erano ben conosciuti.

E’ sufficiente pensare al Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato dalla Bce nel novembre scorso, laddove si segnalavano grandi rischi potenziali per il sistema, sottolineando come nel caso in cui il ciclo finanziario avesse potuto subire un peggioramento. "I paesi con finanza pubblica più fragile" e cioè gravati da un enorme debito pubblico e con grandi disfunzioni organizzative e burocratiche, tra cui l'Italia, si sarebbero trovati in enorme difficoltà a causa della maggiore vulnerabilità sui mercati. Naturalmente questo allarme era rimasto inascoltato ed anzi stigmatizzato da tutte le forze politiche che accusavano la Bce di essere "portatore di sventura".

Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo, è intervenuto rimarcando come "I numeri sono del tutto sconvolgenti, stiamo vivendo la peggior recessione da 70 anni. Negli  Stati Uniti in 15 giorni sono stati chiesti 10 milioni di sussidi alla disoccupazione. Senza un piano di ripresa coraggioso non possiamo escludere dati simili anche da noi".

Riferendosi alla prossima riunione dei leaders europei, Centeno ha sottolineato come "Dobbiamo essere noi stessi il nostro Piano Marshall", auspicando che possa essere finalmente raggiunto un accordo sulle misure di emergenza da oltre 500 miliardi di euro con l'emissione di Eurobond anche costituendo un Fondo temporaneo contro la crisi, come proposto dal governo francese. L'obbiettivo è quello di mettere in campo le risorse necessarie per proteggere i debiti al servizio degli stati e sostenere le imprese e i lavoratori, ma è indispensabile che tutti i partners europei accettino che gli strumenti del Mes non possono essere legati a condizioni e che il Fondo sganci le sue linee di credito dalla logica della crisi dei debiti sovrani. Centeno ha voluto anche ribadire che "Non avrebbe senso abbinare il sostegno alla crisi da pandemia a un programma di privatizzazioni o a una riforma del mercato del lavoro. Le condizioni devono essere legate al virus". 

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una lettera aperta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha ribadito come "L'emergenza che stiamo vivendo richiede una risposta straordinaria, poichè la natura e le caratteristiche della crisi in corso sono tali da mettere a repentaglio l'esistenza stessa della casa comune europea”. Conte nel suo intervento ha voluto anche confermare come, rispetto ai 100 miliardi di euro messi a disposizione dei governi nazionali con il piano "Sure", le risorse necessarie per sostenere i sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese e per mettere in sicurezza occupazione e redditi dei lavoratori autonomi sono enormemente di più e andando avanti con interventi di entità inadeguata si rischia solo di far collassare il sistema con danni irreparabili.

Da parte nostra è necessario che non accada più nulla di simile al "Caos Inps" che ha gettato il paese nello sconforto nel momento in cui l'assalto di chi voleva presentare la domanda per ottenere il sussidio di 600 euro ha provocato il crollo del sistema informatico dell'Istituto, che ha comportato anche la violazione di dati personali, accompagnato da una ancora più grave confusione normativa e comunicativa con i vertici dell'Inps.

Il nostro paese deve pretendere di poter utilizzare senza alcun tipo di costrizione e vincoli tutte le risorse che saranno necessarie per avviare la ricostruzione dell'Italia, possibilmente all'interno di un più ampio programma comune condiviso da tutti i nostri partners, per sostenere e rilanciare la nostra economia e assicurare un futuro degno di questo nome alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori ed alle nuove generazioni. Per parte nostra lo scandalo "Caos Inps" deve darci il coraggio di voltare pagina, abbandonare la politica degli incarichi di consulenza e professionali agli amici e conoscenti, ed utilizzare tutte le risorse disponibili per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati. In questo modo, senza sprechi, sarà più agevole ottenere la fiducia ed il supporto degli altri paesi europei che dovranno abbandonare egoismi e individualismi che fino ad oggi hanno caratterizzato la loro azione.

Fonte: Il Cittadino
Emergenza Covid-19: l'Europa non imponga vincoli economici agli Stati
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