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Aumenta l’inflazione e cala il lavoro

Costo dell’energia al +20%, con pesanti ripercussioni sulle spese delle famiglie

L'Istat, con la pubblicazione dei dati relativi al periodo aprile-giugno, certifica un'accelerazione nel nostro paese della crescita del Pil al 2,7% trimestrale portandosi al secondo posto nell'area Ocse superato solo dal Regno Unito con un'ipotesi di riuscire ad avvicinarsi nell'anno al 6% di crescita rispetto alle previsioni del Def di aprile che si fermavano ad un 4,5%.

Carlo Cottarelli ha recentemente sostenuto in un suo intervento: "Ci potremmo avvicinare al +6%, ben al di sopra delle stime dell'esecutivo".
Un altro dato molto importante che emerge dalle elaborazioni dell'istituto di ricerca è che, dopo l'industria, comincia a risalire anche la spesa delle famiglie, anche se è necessario tenere sotto controllo i rischi legati all'inflazione, alla scarsità di materie prime ed ai contagi.
La crescita potrebbe subire un brusco rallentamento a causa della mancanza di semiconduttori che sta già costringendo i grandi gruppi automobilistici a ridurre la produzione
Il gruppo Stellantis ha fermato lo stabilimento di Val di Sangro dove vengono assemblati i furgoni ed è in procinto di fare la stessa cosa o posticipare l'apertura dello stabilimento a Melfi, in Basilicata, la fabbrica dove vengono realizzate la Fiat 500X e le Jeep Renegade e Compass.
In questa situazione la società ha anche deciso di sospendere il contratto di solidarietà che avrebbe dovuto servire per realizzare la nuova modernissima linea di assemblaggio ed ha attivato le procedure per la cassa integrazione anche per il mese di settembre.

Nel mese di agosto i prezzi al consumo sono aumentati del 2,1% tornando al livello del 2013, mentre a livello europeo i prezzi sono saliti del 3% toccando il massimo raggiunto nel 2011, spinti soprattutto dal comparto dell'energia (+19,8%), anche se riesce molto difficile comprendere le motivazioni di un incremento così forte, che inciderà pesantemente con l'arrivo del freddo sul bilancio di tante famiglie già in difficoltà.
Paradossalmente, il completamento dell'ultimo tratto del gasdotto Nord Stream 2, con la posa di oltre 1200 chilometri di tubi sul fondale marino del Mar Baltico, portando una maggiore disponibilità di gas dovrebbe determinare anche un forte calo dei prezzi, ma invece in Europa le quotazioni sono ancora ai massimi storici con solo alcuni timidi segnali di discesa dei derivati inferiore comunque al 10%.
In Germania l'aumento dell'inflazione del 3,9% in agosto, che diventa un 3,4% considerando l'indice armonizzato europeo, ha portato la situazione al massimo livello dal 2008 e ha riacceso le lamentele di quelle forze politiche che spingono per una normalizzazione della politica monetaria.
Molti analisti continuano a ritenere che si tratti di una dinamica temporanea e non strutturale, con i salari che non danno segnali di pressione al rialzo ma viceversa registrano alcune riduzioni.
Il calo degli occupati a luglio per la prima volta dopo 5 mesi di costante crescita, con 23mila unità in meno su giugno, non può essere collegato allo sblocco dei licenziamenti dato che l'Istat certifica che il crollo più marcato si registra tra i lavoratori autonomi che, rispetto all'inizio della pandemia, hanno 265mila occupati in meno mentre per le partite IVA il dato raggiunge le 294mila unità da febbraio 2020.

Purtroppo l'Istituto registra anche come vengano principalmente sottoscritti contratti a termine che stanno raggiungendo ormai i tre milioni, vicini al record del 2019, dimostrando come la ripresa si dimostri fragile e precaria in un contesto così incerto.
In sintesi il 56% dei nuovi occupati non ha nessuna garanzia per il futuro e la parte restante potrebbe essere solo un effetto tecnico rappresentato dagli ex in Cassa integrazione che, avendo finito la Cig Covid, sono tornati in ufficio o in azienda.
Sul problema del lavoro alle parole ed alle buone intenzioni non sono seguiti i fatti ed il governo non è stato in grado di assumere gli addetti che sarebbero fondamentali per riqualificare chi perde il lavoro.

Rispetto agli 11.600 previsti, da distribuire nei 552 centri per l'impiego italiani, è stato assunto solo l'8 per cento, pari a 949 unità, con regioni come il Lazio che sono ferme a zero.
Come al solito la colpa viene scaricata sui problemi dell'eccessiva burocratizzazione e sulle procedure di assunzione troppo complicate, ma la realtà è che il tempo passa e le famiglie in difficoltà continuano ad aumentare con un sempre maggior numero di persone che perde la dignità essendo costretta a sopravvivere di sussidi per la mancanza di un'occupazione dignitosa e sicura.
L'esecutivo guidato dal premier Mario Draghi deve poter contare sul massimo supporto da parte di tutte le forze politiche per superare un momento così difficile, in cui il paese deve risollevarsi dagli effetti della pandemia da Covid19, ed è inaccettabile dover assistere alle ennesime liti tra partiti.

Fonte: Il Cittadino
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