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Al cinema - Il sol dell'avvenire

Regia di Nanni Moretti

Al cinema - Il sol dell'avvenire

Interpreti principali: Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlandi, Barbora Bobulova, Jerzy Stuhr.

Giovanni (Moretti) sta dirigendo un film ambientato nella Roma del 1956: in un quartiere di periferia il capo della sezione del Pci e giornalista dell’Unità è con la moglie e gli abitanti del rione ad applaudire l’accensione della luce elettrica. Inoltre, per rendere saldo il rapporto con un paese dell’Est giunge nello stesso quartiere il circo ungherese Bodavari. Proprio in quei giorni l’Ungheria viene invasa dai carri armati sovietici. Intanto, Paola (Margherita Buy), moglie di Giovanni e produttrice cinematografica, medita di lasciare il marito.
“Il sol dell’avvenire” è un film dentro il film, in cui il regista Nanni Moretti mostra sia la sua visione di cinema, sia la sua critica ad una certa politica italiana legata al Pci. Così emerge la domanda su come si sarebbe evoluta la storia del partito comunista italiano se Togliatti si fosse apertamente dichiarato contro l’invasione dell’Unione Sovietica in Ungheria; lo stesso Giovanni/Nanni strappa la foto di Stalin perché un dittatore (e perché non anche quella di Lenin? ) e qui il pensiero va inevitabilmente a Putin e all’invasione in Ucraina.
Emerge in maniera altrettanto preponderante l’ideale cinematografico di Moretti che critica fortemente un cinema che fa della violenza un mito, disgregante e lesionista, con opere che non mirano ad altro che alla manifestazione dell’aggressività (e il rimando a film come “Gomorra” è piuttosto chiaro), ad una reazione adrenalinica, senza alcun pensiero. Così come risalta la critica a piattaforme come Netflix.

I rimandi alla cinematografia ben più solida sono invece molti: da “Lola” di Jacques Demy del 1961, a “San Michele aveva un gallo” dei fratelli Taviani, a Coppola, con un omaggio finale a “ 8½” di Fellini. “Il sol dell’avvenire” è un film di luci e ombre, a tratti malinconico, intimista; in altri decisamente troppo autoreferenziale; insomma, non facilissimo e giocato su diversi piani, ma che non manca di far riflettere sul ruolo estetico ed etico del cinema. “Il sol dell’avvenire” sarà al prossimo Festival di Cannes.

Fonte: Il Cittadino

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