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La Croce Maior è tornata nella Basilica di Santa Maria delle Vigne

Accolta e benedetta nella Basilica dal Card. Angelo Bagnasco e da Mons. Nicolò Anselmi

La Croce Maior è tornata nella Basilica di Santa Maria delle Vigne

Sabato 20 luglio alla presenza del Cardinale Angelo Bagnasco e di Monsignor Nicolò Anselmi è stata accolta e benedetta l'antica Croce dipinta su legno di pioppo, collocata fino al XVI secolo sotto l'arco trionfale della grande basilica romanica.

La ricostruzione della chiesa secondo le rinnovate forme post tridentine provvide a un totale cambio dell'arredo liturgico e quindi tutte le opere d'arte medievali poste sugli altari furono smembrate, in parte accantonate e in alcuni casi disperse. La grande Croce fu spostata presumibilmente nel chiostro: da qui fu ritirata nel 1892 e sistemata a Palazzo Bianco, dove rimase fino al 1938, quando fu trasferita nella Chiesa di Sant'Agostino e collocata nell'abside. Durante il periodo bellico (1943) fu trasferita nel ricovero di Voltaggio per ritornare nel 1946 a Sant'Agostino: restaurata nel 1954 fu esposta nella Mostra di opere restaurate del 1956, curata da Pasquale Rotondi, allora Soprintendente.

Depositata presso il Museo di Sant'Agostino, fu chiesto il nulla osta al restauro nel 2008 su un progetto di Nino Silvestri, che l'ha custodita e restaurata nel suo laboratorio in Via Lata. Oggi torna grazie alla insistenza di Monsignor Anselmi e quindi alla concessione del conservatore del Museo di Sant'Agostino, Adelmo Taddei e al direttore dei Musei di Strada Nuova, Piero Boccardo, che in accordo con Franco Boggero, funzionario di zona per la Soprintendenza, hanno permesso che per un periodo non ancora definito, la Croce possa essere esposta alla devozione dei fedeli nella Basilica di appartenenza.

La Croce Maior della Basilica di Santa Maria delle Vigne è riconosciuta dalla critica aggiornata come un importante testo figurativo riferibile alla scuola senese, che vide a Genova all'inizio del 1300, la presenza di artisti gravitanti nell'ambito culturale toscano. Il grande Crocifisso, purtroppo privo dei capocroce, fu attribuito erroneamente ai primi decenni del Quattrocento, e in seguito al periodo finale della produzione di Barnaba da Modena, attivo a Genova nel terzo quarto del XIV secolo. Il confronto con la grande Croce dipinta, un tempo collocata nella chiesa di Sant'Agostino e oggi posta nella chiesa barocca di Nostra Signora della Consolazione e San Vincenzo Martire, ha permesso di verificare che la Croce delle Vigne potrebbe essere precedente: la struttura è infatti ancora fortemente dipendente da modelli duecenteschi, caratterizzati dalla presenza di una grande aureola in rilevo e da un fondale dipinto con una finissima decorazione impressa a punzone, che richiama le preziose stoffe lucchesi, caratterizzata dalla vicinanza di motivi circolari, abitati da animali fantastici, foglie e fiori. Il Cardinale è intervenuto al termine della presentazione facendo notare che la bellezza di questa croce risiede soprattutto nel messaggio di salvezza a essa legato, che è palesato dal sapiente uso dei colori e soprattutto dall'utilizzo dell'oro, il colore di Dio, che decora lo sfondo sul quale è posto il corpo di Cristo. Anche Mons. Nicolò Anselmi ha sottolineato che la Croce è soprattutto uno stimolo alla preghiera, un modo per raggiungere Dio e meditare sulla Sua passione: da qui l'auspicio che per tanto tempo la Croce Maior possa rimanere custodita nella Chiesa per la quale fu dipinta.

* Ufficio Beni Culturali

Fonte: Il Cittadino
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