Cambiamento in atto nelle Diocesi - L'esperienza di Verona
Il processo di rinnovamento ecclesiale "Riassettare le reti"
Continua il viaggio de Il Cittadino nelle Diocesi italiane che stanno affrontando un cammino di rinnovamento e ripensamento dell’organizzazione di alcune strutture, nell’intento di vivere anziché subire il cambiamento che oggi la Chiesa è chiamata ad abitare.
A Verona da luglio 2022 è Vescovo Mons. Domenico Pompili, che ricopre anche l’incarico di Presidente della Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana.
Nella sua prima lettera pastorale alla Diocesi, “Sul silenzio”, Mons. Domenico aveva invitato ad un tempo di pausa e riflessione per far spazio alla vita spirituale in un cambio d’epoca in cui tutto è contrassegnato dalla frenesia e dall’ansia.
A questo anno di silenzio e riflessione è seguito l’avvio di un profondo processo di rinnovamento che sta interessando in questi mesi la Chiesa di Verona.
Nella “Meditazione per i presbiteri e per i diaconi - Riassettare le reti”, tenuta da Mons. Pompili in occasione del ritiro del clero dello scorso 5 ottobre 2023, il Vescovo ha espressamente invitato i sacerdoti ad una “rinnovata presenza di Chiesa in grado di cogliere, con genialità e acutezza, ciò che oggi siamo chiamati a mantenere e ciò che invece va fatto cadere”, per abitare al meglio questa fase.
Nell’ambito di questo incontro del Clero, Mons. Pompili ha anche comunicato le 70 nuove nomine dettate dalla volontà di avviare un processo di riorganizzazione di tutta la Chiesa veronese su tre prospettive: sinodalità, missione e diaconia.
La sinodalità, scrive Mons. Pompili, “è un principio che stimola a favorire la partecipazione, all’interno dei processi di discernimento e di elaborazione dei progetti pastorali, di tutte le componenti del popolo di Dio”: da qui si evince la necessità del coinvolgimento di laici e laiche anche in ruoli di responsabilità, soprattutto nel “rispetto e promozione della famiglia e dei valori della vita e del creato, del Vangelo come fermento delle realtà temporali e del discernimento dei segni dei tempi”.
La missionarietà è finalizzata al superamento dell’atteggiamento di introversione ecclesiale, e deve caratterizzare il cambiamento delle strutture, che dovranno dotarsi di una pastorale più espansiva e inclusiva. Ma come cambiare? Prima di tutto, dice il Vescovo di Verona, non limitandosi ad una “gestione dell’esistente come se la fede fosse un presupposto scontato”, ma sostenendo la “credibilità e la significatività dell’annuncio cristiano in un tempo in cui esse non sono più evidenti” e concentrandosi sull’essenziale “evitando la moltiplicazione indebita di istanze, strutture, richieste e proposte”.
La diaconia, il contenuto e la modalità dell’annuncio, deve coinvolgere “tutti i soggetti che compongono la Chiesa e tutte le articolazioni che ne realizzano la missione”, in uno stile di servizio permanente.
La riforma delineata da Mons. Pompili e presentata nel corso dell’incontro con i sacerdoti viene declinata in due grandi ambiti di azione, l’“Annuncio” e la “Testimonianza”, che saranno tenuti insieme da una serie di “Servizi generali”: questa nuova organizzazione della vita diocesana prevede anche una nuova configurazione delle responsabilità di alcune persone che aiuteranno il Vescovo in questo percorso.
Mons. Ezio Falavegna, chiamato da Mons. Pompili a coordinare il processo di cambiamento, in un lungo testo pubblicato sul sito della Diocesi ha delineato le ragioni di questo ripensamento delle strutture, un ripensamento che nasce dall’ascolto delle istanze del Consiglio Presbiterale, del cammino sinodale diocesano, e dalle considerazioni emerse nel corso della visita pastorale del Vescovo.
Quindi, Mons. Falavegna è entrato nel merito del “da farsi”: l’accorpamento dei principali organismi e uffici di curia attorno ai due grandi ambiti “Annuncio” e “Testimonianza” e la creazione dell’area servizi generali. A corredo del suo testo, Mons. Falavegna ha indicato l’organigramma delle componenti di questi tre ambiti.
Il percorso, già in atto in questo anno pastorale, prevede poi una fase di verifica e di stabilizzazione del processo di riforma.
Sono allo studio in questi mesi anche il rinnovo dello Statuto del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale, come pure la revisione degli uffici e degli organismi di Curia, che saranno accorpati nei tre ambiti prima indicati. Responsabili dei due ambiti e dell’area servizi saranno tre delegati, che potenzialmente potrebbe essere presbiteri, ma anche laici o religiosi, uomini o donne.
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