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L'importanza del gioco

Al centro del progetto educativo promosso dal Centro Sportivo Italiano

L'importanza del gioco

Un vecchio proverbio dice “non si smette di giocare perché si invecchia, ma si invecchia perché si smette di giocare”. Purtroppo nel nostro Paese tanti non cominciano neppure!
I bambini italiani infatti sono i più pigri d’Europa: sono sempre meno liberi di stare all’aperto, organizzarsi fra di loro, discutere.
Madri “chiocce”, troppo apprensive e falsamente protettive, tengono i figli in una “bolla” artificiale dalla quale poi sono costretti ad uscire perchè è la vita stessa che glielo impone.
Lo fanno impauriti ed impreparati.
Quando gli adulti li vedono litigare di solito intervengono subito: non capiscono che i bambini si stanno “esercitando a vivere come cittadini”.
Il tempo che i bambini impiegano, non “sprecano”, per mettersi d’accordo sul gioco da fare, sulle modalità, fa parte del gioco stesso.
La triste realtà è che purtroppo dedicano all’attività ludico e ludico-motoria troppo poco tempo.
Hanno, magari, decine di giocattoli, oggetti che spesso utilizzano poco e male: negli anni settanta le famiglie spendevano quattro volte meno di oggi per acquistarli.
L’idea stessa di gioco viene in questo modo svilita ed impoverita.
Sarebbe infatti necessaria una modalità diversa che consenta ai bambini di socializzare, soprattutto di stare all’aria aperta.

Il gioco è importantissimo per lo sviluppo motorio e linguistico, perfeziona capacità logiche e necessarie per risolvere problemi di varia natura.
Il bambino impara le regole, sa quali sono i suoi limiti ma conosce anche l’empatia con i coetanei, il rispetto e la tolleranza reciproca.
Sembra addirittura che chi “gioca bene” da bambino avrà poi all’università un rendimento eccellente.
Chi “gioca male”, poi nell’adolescenza ed anche in età più avanzata, potrebbe fare i conti con la depressione, un eccessivo narcisismo e stati d’ansia.
Spesso sentiamo e leggiamo grandi esperti “criminalizzare” l’utilizzo dei videogiochi. E’ un atteggiamento anche un po’ fastidioso, con toni saccenti e melensi e frasi retoriche che scivolano spesso in “si stava meglio quando eravamo più poveri…”.

La questione, come molte altre che riguardano i nostri tempi contemporanei, è posta male: bisogna capire oltre a quante ore trascorrano i bambini davanti ad uno schermo, come lo facciano e che cosa ci sia oltre a questo.
Per un Ente di promozione sportiva come il CSI, che da 76 anni mette al centro del proprio progetto l’aspetto educativo, è un tema ineludibile di grande interesse ed attualità.
Altri dati infatti certificano che i ragazzi italiani si muovono sempre meno.
Dal 2005 la loro resistenza fisica è calata dell’1% ogni anno.
Quando corrono lo fanno spesso male, in modo svogliato, con poco coordinamento fra arti superiori ed inferiori.
In prima media due ragazzi su tre non sono in grado neppure di fare una capriola perché semplicemente non ci hanno mai provato.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella classifica europea del benessere infantile l’Olanda è al primo posto, 22° l’Italia: i nostri bambini risultano poi i più obesi.

Il gioco favorisce l’equilibrio, l’orientamento nello spazio e nel tempo, ritmo, velocità di reazione
Solo il 25%, fra bambini e ragazzi, frequenta con una certa regolarità parchi e giardini pubblici.
Da noi, peraltro, sono progettati in modo troppo arcaico con poca fantasia: ci sono i soliti giochi oppure, unica novità a pagamento, i gonfiabili.
Nel Nord Europa parchi e giardini sono siti dove, in tutta sicurezza, ai bambini e ragazzi, a seconda dell’età, vengono proposte svariate esperienze che li emozionano e li fanno crescere.
Il CSI dal 2014 con il progetto Sport & GO, riservato agli under 12 ed under 10, affianca al cosiddetto sport principale, calcio, volley, basket una prova multidisciplinare di triathlon (corsa di 60 metri, lancio del vortex e salto triplo). E’ un percorso formativo che vuole proprio esaltare la naturale predisposizione di ogni bambino e ragazzo a giocare con i propri coetanei e sviluppare tutti i talenti che serviranno certamente nello sport ma soprattutto nella vita.
Sport & GO ha anche una doverosa connotazione agonistica in quanto le squadre vincitrici delle fasi provinciali e regionali partecipano alla finali nazionali: autentiche feste delle sport e dell’amicizia, una sorta di mini olimpiadi, con ragazzi provenienti da tutta Italia.
Sempre il Centro sportivo italiano più recentemente si è aperto a nuove discipline, non del tutto strutturate, rinnovandosi, sempre però nel solco di un’identità precisa.
Sono sport che, a livello emozionale, coinvolgono maggiormente i giovani.
Contemporaneamente il CSI ha recuperato i cosiddetti “giochi della tradizione” che, ad esempio durante i nostri centri estivi ad Altum Park di San Desiderio, hanno avuto uno straordinario successo (tiro con la fune e corsa nei sacchi solo per citarne un paio).
Come ha detto il filosofo Friedrich Schiller “L’uomo è veramente uomo solo quando gioca”.
Non dimentichiamolo mai.

Fonte: Il Cittadino
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