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Servizio pubblico, di nuovo in onda su La7

Servizio pubblico, di nuovo in onda su La7

Michele Santoro ha vinto la sua battaglia (più recente), quella di tornare su una tv generalista a diffusione nazionale, dopo l'esperienza di messa in onda in modalità multipiattaforma dello scorso anno. Il suo "Servizio pubblico" è ripartito su La7 (giovedì, ore 21) con una puntata dedicata ai "Ladri di Stato" e all'annunciato ritiro dalle scene pubbliche di Silvio Berlusconi, poi subito rientrato dopo che la condanna in primo grado per frode fiscale ha indotto l'ex premier a cambiare idea. Proprio a Berlusconi il conduttore ha dedicato il suo monologo introduttivo, ricordando la sua visita ad Arcore di quasi vent'anni fa, appena prima dell'annuncio della "discesa in campo".
La puntata d'esordio ha fatto registrare uno share intorno al 13%, più che lusinghiero per una rete come La7, con circa 3 milioni di spettatori, picchi superiori ai 3,7 milioni (20%) e oltre 8 milioni di contatti complessivi. Cambia la collocazione in palinsesto, ma non la struttura del programma, ormai rodata e collaudata da anni e anni di militanza televisiva da parte di Santoro. Del pool di redazione fanno parte stabile il fido Sandro Ruotolo, il caustico Marco Travaglio e il vignettista Vauro, oltre alla rientrante Luisella Costamagna e agli inviati che realizzano servizi sul campo per offrire materiale di commento a Santoro e ai suoi ospiti in studio.
Il fare del giornalista, spesso polemico perfino con i suoi "amici", risulta antipatico a molti ma riesce a suscitare la curiosità degli spettatori, soprattutto per il suo abituale modo di procedere a testa bassa nelle incalzanti interviste ai politici di turno. Nonostante questo, le tre ore di durata della trasmissione sono un tempo probabilmente eccessivo per i ritmi e i tempi della televisione contemporanea.
"Servizio pubblico" su La7 prende il posto di "Piazzapulita", condotta dal quel Corrado Formigli che di Santoro è una sorta di figlio prediletto, professionalmente parlando. Il contrasto fra il titolo "Servizio pubblico" e la messa in onda su un'emittente privata è una ulteriore provocazione non casuale, che rimanda direttamente ai lunghi trascorsi di Santoro in Rai.
Assunto nella tv pubblica italiana nel 1982, ha lavorato per la radio e, dopo una breve esperienza alla redazione esteri del Tg3, ha realizzato diversi speciali, proponendo successivamente programmi come "Samarcanda", "Il rosso e il nero" e "Tempo reale" (Rai Tre). In seguito alla cancellazione dal palinsesto di quest'ultima trasmissione (era il 1996), Santoro ha vissuto un'esperienza professionale a Mediaset lanciando "Moby Dick", per poi tornare in Rai nel 1999 con "Circus" (Rai Uno), seguito da "Sciuscià" e "Il raggio verde" (Rai Due).
Dopo che nell'aprile 2002 l'allora premier Silvio Berlusconi si pronunciò pubblicamente contro la sua presenza in Rai (la polemica coinvolse anche Enzo Biagi e il comico Daniele Luttazzi), a fine stagione il programma di Santoro fu cancellato dal palinsesto e il conduttore avviò una battaglia legale per tornare sul piccolo schermo. Chiusa una parentesi politica come eurodeputato di centrosinistra, nel 2005 è tornato in tv come ospite di Adriano Celentano a "Rockpolitik" (Rai Uno) e a fine marzo 2006 ha ripreso la sua veste di conduttore alla guida di "Annozero" (Rai Due), in onda fino a giugno 2011.
Il resto è storia recente, con la proposta del nuovo format "Servizio pubblico" nella scorsa stagione televisiva in modalità non convenzionale, ovvero attraverso la messa in onda su un circuito di tv locali e in streaming attraverso la Rete. Secondo i soliti bene informati, quello è stato l'approdo di una trattativa non andata in porto con La7. Evidentemente, stavolta la contrattazione di Santoro con Paolo Ruffini e con i vertici dell'emittente è andata a buon fine e il programma è stabilmente in onda. Almeno per ora…

Allegato: mgm2012-2013.pdf (322,84 kB)
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