II lettura di domenica 3 ottobre - Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio - per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria - rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.
Il brano è il primo di una serie, proposta nelle prossime domeniche. La lettera appartiene ad uno scrittore dell’ambiente di S. Paolo. E indirizzata ad Ebrei, tra cui forse anche dei leviti addetti al culto nel tempi, i quali, a causa della loro conversione al cristianesimo, hanno dovuto abbandonare Gerusalemme ed attualmente sono in crisi: la istintiva nostalgia per l’antica ritualità non è sufficientemente controbilanciata dal una vera maturità di fede e la persecuzione mette a dura prova la loro resistenza.
Il pericolo dell’apostasia, di un ritorno al giudaismo non è da sottovalutare.
Allo scopo di scongiurare tale eventualità, di soccorrere lo scoraggiamento serpeggiante, lo scrivente presenta le splendide prospettive della vita cristiana, concepita come pellegrinaggio verso la patria celeste, seguendo Gesù e il Vangelo, guida ben superiore a Mosè e alla sua legge, fruendo del sacerdozio di Cristo, ben più sublime di quello di Aronne.
Gesù, Figlio di Dio, nel momento in cui assunse la natura umana si è abbassato “di poco inferiore agli angeli”, ma poi, in seguito alla sua immolazione, è stato “coronato di gloria e di onore”, poiché la sua morte, per volontà del Padre – “per grazia di Dio” – ha avuto scopo redentivo a favore di tutta l’umanità: “a vantaggio di tutti”.
L’autore della lettera spiega meglio: Dio, origine e sostengo di tutto – “colui dal quale e per il quale sono tutte le cose” – ha agito con somma logicità e giustizia, poiché prima ha purificato, “reso perfetto mediante la sofferenza il capo” – Gesù – onde, poi, rendere possibile l’accesso “alla gloria” della salvezza coloro di cui egli è stato guida. Viene ribadito, implicitamente, il parallelo: Mosè fu guida e liberatore dalla schiavitù egiziana, Gesù Cristo è guida e liberatore dalla schiavitù del peccato.
A pieno titolo, dunque, Gesù – “colui che santifica” – avendo “origine” paterna di “coloro che sono santificati”, può riconoscerli, “ senza vergogna chiamarli fratelli”.
Figli di Dio come lui, seppure in modo diverso, quindi suoi fratelli.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento