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II lettura di domenica 14 novembre - Cristo con un'unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati

XXXIII Domenica Tempo Ordinario (Anno B)

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato.

L'autore ispirato della lettera sta concludendo la parte dedicata alla riflessione teologica sul sacerdozio di Cristo.
Affinché la dottrina sia di pronta comprensione e d’altra parte si intendano pure il sen¬so e il valore dell’istituzione sacerdotale dell' A.T. è con questa che viene paragonato il sacerdozio di Cristo, del quale pertanto emerge la superiorità, conseguente alla sua perfezione personale.
Riprendendo un concetto già espresso, viene ricordato che, essendo i sacrifici dell' A.T. imperfetti ed inadeguati ad “eliminare i peccati”, debbono essere offerti “molte volte”: infatti hanno soltanto valenza impetratoria; il loro valore espiatorio del peccato è assai esiguo, non è adeguato a riparare totalmente l’offesa fatta alla maestà assoluta e all’amore infinito di Dio, tanto meno “elimina” il peccato.
Per questo “ogni sacerdote”, senza distinzione, “si presenta giorno per, giorno a celebrare il culto”, consapevole che il suo atto liturgico ha portata assai definita, come ogni atteggiamento dell’uomo, limitato e peccatore.
E mentre il sacerdote dell' A.T. “si presenta in piedi” (tale è il si¬gnificato del testo greco), Cristo sta “seduto alla destra di Dio” , cioè a livello di Dio, ne condivide il trono.
Se condivide il trono di Dio, significa che ne condivide la divinità. E’ per questo che ha potuto “offrire un solo sacrificio per i peccati”: un solo atto con efficacia totale, quindi valido“una volta per sempre”, senza necessità d'essere reiterato.
“Avendo offerto un sacrificio per i peccati” degli uomini, Cristo è nella gloria anche come uomo, perché il suo sacrificio a favore e in nome dell' umanità è titolo di gloria.
Con la sua immolazione Cristo ha dato inizio alla salvezza, la quale va man mano compiendosi nelle generazioni successive dell’umanità. Allora egli non ha che da aspettare “ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi”: citazione del Salmo 110,1 in cui si parla del Messia sacerdote-re, il quale vince il male, sottomettendolo con la sua potenza.
In effetti la potenza di Cristo-sacerdote dà valore alla sua “unica oblazione”, mediante la quale “ha reso perfetti per sempre” gli uomini, liberandoli dai peccati, “santificandoli”.
Lapidariamente lo scrivente ispirato: “ora dove c’è il perdono dei peccati, non c'è bisogno di offerta per essi”.
Cristo-sacerdote ha ottenuto il perdono, l’eliminazione dei peccati commessi, con il suo sacrificio perfetto: questo, dunque, ha valore perenne; i peccatori non avranno che da attingere ad esso, usufruendo della sua potenza redentiva, santificante, che è infinita e definitiva.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 14 novembre - Cristo con un'unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati
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