I lettura di domenica 10 settembre

Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 33,1.7-9

Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«O figlio dell'uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.
Se io dico al malvagio: "Malvagio, tu morirai", e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.
Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato».

Dio per bocca del profeta Ezechiele (“Dio conforta”) ricorre all’immagine della “sentinella” per fargli comprendere la portata della missione affidatagli: innanzi tutto la vigilante difesa per salvaguardare gli Israeliti dai peccati, specialmente l’idolatria, l’immoralità sessuale, l’ingiustizia sociale.
Ezechiele deve regolarsi, non secondo propri criteri personali, ma secondo “la parola” rivelata da Dio. Dunque dovrà “avvertire” gli Israeliti, i quali dovranno sapere che egli parla “da parte di Dio”.
Se Dio vuol far sapere all’empio la condanna a morte, ma il profeta “non parla per distoglierlo dalla sua condotta”, l’empio non potrà salvarsi dal castigo, morirà: allora il profeta sarà responsabile della sorte dell’empio.
Se invece il profeta adempirà il suo compito, ammonendo il peccatore per la sua condotta, ma questi non vorrà ascoltare e non si ravvedrà, subirà il castigo letale, ma il profeta non ne sarà responsabile.
L’ammonimento di chi commette il male è dunque doveroso. Chi non lo fa si rende, in certa misura, connivente del peccatore e, in definitiva, responsabile della sua sorte.