La parola
stampa

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (domenica 4 novembre)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».

E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. 

La legge divina è a beneficio dell'uomo e deve essere adempiuta totalmente. Un adempimento che deve essere sostenuto dall' amore.

Lo stesso amore che ha portato Cristo a vivere il suo sacerdozio, offrendo se stesso per gli uomini suoi fratelli.

L'amore verso Dio e il prossimo – di cui Cristo è modello insuperabile – costituisce condizione per poter entrare nel “Regno di Dio”, per potersi salvare. 

“In quel tempo” – locuzione ripetuta a rimarcare l’eccezionalità dal momento storico, in cui Gesù porta a compimento la divina rivelazione e la redenzione – la vita israelitica è regolata non soltanto dalla legge mosaica, ma altresì da una normativa (conseguente all’interpretazione della legge stessa) costituita da 613 precetti: 365 (come i giorni dell'anno) proibizioni (cose da non fare) e 248 (come il numero delle ossa del corpo umano, secondo le conoscenze dell' epoca) prescrizioni positive, cose da fare. Questi precetti poi hanno ancora una o più qualifiche: grave e non grave; grande e piccolo, ecc. Da tale situazione si originano interminabili discussioni su quale norma, in definitiva, sia quella fondamentale, essenziale, la più importante, quella cioè, la cui trasgressione non ammette scusanti, perché chiunque ha la possibilità di attuarla. Si comprende allora come “uno degli scribi” (esperti di teologia, morale, legislazione) ponga la domanda cruciale a Gesù, come a rabbi riconosciuto. Altri rabbi hanno già dato la loro risposta. Rabbi Hillel, per esempio, una ventina d’anni prima, ha insegnato che tutta la Legge si compendia in questa “regola d' oro”: “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te: questa è tutta la legge, il resto è interpretazione”. Gesù risponde al quesito che “il primo comandamento”, quello fondamentale, da cui tutti gli altri hanno motivazione, è quello concernente l’amore verso Dio. E cita la formula di preghiera quotidiana dell’israelita lo “Shemà Ishrael”, in cui si ripetono le parole di Dt. 6,4-5: “Ascolta, Israele, il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio Tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Un comandamento quindi dal significato ben noto nell’A.T. ma che viene portato a perfezione della piena rivelazione di Dio, in Cristo.

Però Gesù aggiunge, a mo’ indispensabile integrazione e conseguenza del primo comandamento che il secondo è “amerai prossimo tuo come te stesso”. Non è tuttavia una innovazione, ma semplice citazione di un precetto scritto nel libro del Levitico (19,18).   L’amore verso Dio è dunque inscindibile dall’amore verso il prossimo. Infatti Gesù non parla di due comandamenti, ma considera le due dimensioni dell’amore oggetto di un unico precetto, sottolineando che “non c’è altro comandamento più importante di questo”.  E così lo intende il suo interlocutore, il quale dichiara da parte sua che l’amore di Dio congiunto all’amore verso il prossimo “vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”.

Tutto il N.T. poi è inequivocabilmente su questa linea. Per quanto concerne il concetto di “prossimo” – che nell' A.T. è il membro dello stesso popolo israelitico o, al più lo straniero che ha preso dimora in Israele – Gesù darà una interpretazione icastica, con la parabola del buon samaritano (Lc 10,29 ss). Ed infine indicherà la misura perfetta dell’amore, affermando dicendo che non basta amare il prossimo come se stessi, ma occorre amare allo stesso modo che egli, Gesù, ha amato gli uomini (Gv 13, 34).

Poiché è attraverso la comprensione dell’amore che si accoglie la salvezza, Gesù dice allo scriba: “non sei lontano dal Regno di Dio”.

L’evangelista annota che “nessuno aveva più il coraggio di interrogare” Gesù, in riferimento ai numerosi attacchi polemici dei suoi avversari, non soltanto perché costretti, loro malgrado, ad ammettere la sapienza di Gesù, ma anche perché la vicinanza del Regno di Dio, che si compie nella comunione con Gesù, rende sterile, inutile, impossibile ogni discussione.

 

 

 

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento