La parola

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Il commento alla seconda lettura della Liturgia della Parola

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

La collocazione dell'avvenimento – “sulla montagna” – da parte di Matteo, motiva la denominazione ormai tradizionale di “discorso della montagna” di questo brano, il quale è pure noto come “Vangelo delle beatitudini” in ragione della sequenza di “macarismi” (proclamazioni di beatitudine) usati da Gesù.

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!

Dio affida al suo “Servo” la missione di annunciare la salvezza, non soltanto per il Popolo dell’Antica Alleanza, che egli ha scelto come depositario della sua rivelazione, ma per tutta l’umanità.
La scelta divina non è casuale, ma progettata, preparata.
Il Popolo della Nuova Alleanza è chiamato a proseguire la stessa missione, mediante la santificazione in Gesù Cristo.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.