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Più rispetto per la donna. Nella Chiesa, nella società e nel mondo

Mons. Marco Doldi: "Anche i media hanno un ruolo nel coinvolgimento su questo tema"

Più rispetto per la donna. Nella Chiesa, nella società e nel mondo

“Chi ferisce una sola donna profana Dio, nato da donna”. Questo uno dei passaggi dell’omelia che Papa Francesco ha pronunciato in occasione della Santa Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, nella ricorrenza della Giornata Mondiale della Pace lo scorso 1 gennaio in San Pietro. Il Papa è tornato ancora una volta a invocare rispetto per ogni donna, per ogni madre, nella Chiesa, nel mondo e nella società.

Lo ha fatto all’inizio del nuovo anno, che speriamo non debba più contare vittime di femminicidio: nel 2023 sono state ben 118 le donne uccise in Italia, 96 di loro sono state uccise in ambito familiare o affettivo.
Francesco ha indicato Maria come modello per la Chiesa che “ha bisogno di riscoprire un volto femminile” e per il mondo che necessita di “guardare alle madri e alle donne per trovare la pace” e “uscire dalle spirali della violenza e dell’odio”.
“All’inizio del nuovo anno – ha detto ancora il Santo Padre nel primo Angelus del 2024 da piazza San Pietro - guardiamo a Maria e, con il cuore grato, pensiamo e guardiamo anche alle madri, per imparare quell’amore che si coltiva soprattutto nel silenzio, che sa fare spazio all’altro, rispettando la sua dignità, lasciando la libertà di esprimersi, rigettando ogni forma di possesso, sopraffazione e violenza”.

“Le nostre mamme – ha detto ancora in un passaggio dedicato alle donne e in particolare alle madri - con la loro cura nascosta, con la loro premura, sono spesso magnifiche cattedrali del silenzio. Ci mettono al mondo e poi continuano a seguirci, tante volte inosservate, perché noi possiamo crescere. Ricordiamoci questo: l’amore non soffoca mai, l’amore fa spazio all’altro e lo fa crescere”.

Il tema della violenza di genere è stato affrontato – tra gli altri – anche nell’incontro con i mass media locali dell’Arcivescovo e dei Vicari Episcopali a ridosso del Santo Natale.

In particolare, Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, ha risposto a una domanda rivolta da un giornalista che chiedeva quali strategie educative può mettere in campo la Chiesa, accanto alla famiglia e alla scuola, per fronteggiare questo problema.

“Bisogna fare rete – ha detto il Vicario Generale - e tutti sono protagonisti, nessuno escluso. La scuola, certo, ma anche i genitori, che sono la sorgente educativa naturale e per eccellenza”. I genitori infatti educano agli affetti solo per come stanno insieme, con i loro comportamenti quotidiani. “Poi – ha proseguito - c’è la qualità che possono dare le associazioni e le parrocchie. Ed è importante che educhiamo allo sport, ma non inteso come competitività, bensì inteso come giocare insieme, come forma di aggregazione e di condivisione”. Questo cambio di mentalità, secondo il Vicario, può essere di enorme aiuto all’educazione all’affettività.

“Poi c’è da dire – ha sottolineato - che i media ci hanno aiutato a fare un passo in più. Ci siamo sentiti tutti maggiormente coinvolti sul tema dei femminicidi. Giulia Cecchettin è stata vissuta come una nostra parente. Siamo stati coinvolti come persone e questo è un merito che va ascritto ai mezzi di informazione”.

“La formazione – ha concluso - è avere del tempo da dedicare ai giovani, ben sapendo che non sarà mai tempo perso. Servono comunità educanti che possano mettere in campo stili di vita dove non ci sono contrapposizioni, ma ci sono condivisioni”.

Fonte: Il Cittadino
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