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Pandemia: i danni su bambini e giovani

Ricerca del Gaslini ha evidenziato le conseguenze psicologiche

Ci sono ancora poche ricerche su quali danni abbiano subito i giovani, dal punto di vista psico-fisico, durante il lockdown per prevenire il contagio da Covid-19: gli under 18 sono stati considerati, a volte, cittadini di “serie B” rispetto ad altre categorie.
Attacchi d’ansia, disturbi del sonno ed aumento dell’irritabilità: sono questi i principali risultati di uno studio sui danni della quarantena dell’istituto Gaslini di Genova guidata dal neurologo Lino Nobili, direttore del Dipartimento di neuropsichiatria infantile dell’ospedale del capoluogo ligure dove è stato aperto un ambulatorio dedicato alla cura di queste sindromi..
La ricerca, in collaborazione con l’Università di Genova, è stato fatta su un campione di 6.800 soggetti, interpellando 3.245 famiglie con figli minori a carico in tutta Italia.
Gli intervistati hanno risposto, a quindici giorni di distanza, in modo anonimo, ad un questionario pubblicato on line sul sito del Gaslini dal 24 marzo al 3 aprile.
La pandemia da coronavirus, con il conseguente isolamento domestico, ha causato gravi effetti psicologici su sette minorenni su dieci che hanno avuto problemi comportamentali e sintomi di regressione come la paura del buio, crisi di pianto e difficoltà ad addormentarsi.

Bambini ed adolescenti hanno pagato in questi mesi un prezzo altissimo, poco considerato dai “decisori politici”, e sporadicamente finito all’attenzione della stampa.
Qualche articolo nelle pagine interne, qualche servizio nei TG, mentre la ribalta mediatica è stata per altri.
Fra le altre reazioni, registrate dalla ricerca del Gaslini, soprattutto nella fascia d’età fra 6 e 18 anni, ci sono state il cambio d’umore, la sensazione di avere il fiato corto, l’utilizzo improprio dei social, la difficoltà ad andare a letto e la fatica a risvegliarsi al mattino, l’ossessione per la pulizia, la scarsa collaborazione per le attività domestiche.
Molti ragazzi, forse più le femmine che i maschi, anche quando c’era la possibilità di uscire da casa, con le mascherine, rispettando il distanziamento sociale, hanno preferito evitare per paure, in gran parte razionalmente immotivate.

La ricerca dell’Istituto pediatrico Gaslini rappresenta uno stimolo a recuperare, il prima possibile, tutte le possibilità di correlazione fra minori coetanei: è necessario, con delicatezza, senza forzature, accompagnanare i ragazzi ad una quotidianità che sia la più sicura possibile.
Anche per questo il Centro Sportivo Italiano, come preannunciato, in un’intervista la settimana scorsa, dal presidente nazionale Vittorio Bosio, ha deciso di “rompere gli indugi” e di pubblicare nuovi protocolli di sicurezza.
Sono scaricabili dal sito www.csi-net e spiegano come riprendere l’attività, anche agonistica, per gi sport di contatto, fra metà Settembre e l’inizio di Ottobre: più o meno lo stesso periodo delle “stagioni normali”.
Sono doumenti molto dettagliati, di facile comprensione ed attuazione, per venire incontro alle richieste e alle aspettative delle decine di società che, anche a Genova, attendono segnali concreti per guardare al futuro con un pò di ottimismo.

E’ anche una concreta assunzione di responsabilità nei confronti dei ragazzi e delle famiglie che sono state costrette a vivere un lungo tempo “sospeso”: non si può continuare a delegare agli altri, “lavandosene pilaticamente le mani” come sarebbe più comodo, forse, ma immorale dal punto di vista etico.

Fonte: Il Cittadino
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