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Mes, necessario per potenziare la sanità

La recrudescenza della pandemia e lo spettro di nuove chiusure

In occasione dell'Annual Meeting del Fondo Monetario Internazionale a Washington è stato presentato il World Economic Outlook che evidenzia per il pianeta una perdita di oltre 28 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni (11 nel solo biennio 2020/21) con un bilancio drammatico causato dagli effetti della pandemia da Covid19 sul nostro pianeta. La capo economista dell'Fmi Gita Gopinath ha sottolineato come la situazione avrebbe potuto essere molto più grave se non ci fossero stati gli interventi di banche centrali e governi, per un importo totale superiore ai 12 miliardi di dollari, che "hanno salvato vite e prevenuto una catastrofe finanziaria" ma ha anche ricordato come, in ogni caso, quest'anno supereranno il limite della povertà oltre 90 milioni di nuovi individui cancellando tutti i progressi faticosamente ottenuti nel passato con parole molto chiare: "La crisi non è finita, la risalita sarà lunga, irregolare e altamente incerta".
Gita Gopinath ha anche aggiornato i dati sulla contrazione delle principali economie con gli Stati Uniti che perdono il 4,3 %, l'Euroarea che scende dell'8,3 % del Pil e solo la Cina, da cui è partita la pandemia, che quest'anno chiuderà con il suo Pil in crescita dell'1,9 % ma è sempre necessario ricordare che si tratta dell'economia di un paese governato da un regime non democratico e che ostacola costantemente la diffusione di dati trasparenti ed intellegibili. Gopinath ha poi confermato che la ripresa non sarà certa finché la pandemia continuerà a diffondersi e finché non arriverà un vaccino; solo se gli Usa tornassero presto ai livelli pre-crisi ci sarebbero significativi benefici per il mondo intero.
Purtroppo gli ultimi dati sulla recrudescenza della pandemia mettono in evidenza come anche negli Stati Uniti la situazione sia ancora gravissima e non si possa ipotizzare alcun ragionevole scenario per il futuro dell'economia.
Eurostat (l'Istituto Ue di statistica) certifica che i cassaintegrati sono passati tra il primo ed il secondo trimestre di quest'anno da 2,4 a 19,3 milioni di unità e che i paesi più colpiti sono la Francia, la Spagna, Cipro e la Grecia dove la quota di lavoratori senza occupazione ha raggiunto il livello del 40 % dell'intera forza lavoro.

A settembre la perdita di posti di lavoro rispetto ai livelli pre-pandemia ha già raggiunto in Europa 10,7 milioni; si registra un consistente aumento del numero delle persone disponibili al lavoro ma che non lo cercano, dai 5,6 milioni del secondo trimestre del 2019 agli 8,8 del secondo trimestre di quest'anno; non va dimenticata la categoria degli "assenti", che sono passati dai 4,9 milioni del primo trimestre di quest'anno ai 7,8 del secondo e che non hanno alcuna giustificazione e non sono quindi in ferie né in malattia né in cassa integrazione ma che da un punto di vista solo teorico si possono inserire ancora tra gli occupati.

La Camera ed il Senato con grande difficoltà sono riuscite ad approvare la Nadef e dare il via libera allo scostamento di bilancio di ulteriori 22 miliardi di euro; il capo dello Stato Sergio Mattarella ha convocato al Quirinale il premier Giuseppe Conte ed i suoi ministri per chiedere, ancora una volta, "la massima efficienza nella destinazione dei fondi e la massima rapidità nella individuazione delle scelte sul Recovery Fund". I dati diffusi da Bruxelles chiariscono che il nostro paese utilizza appena il 37,4 % dei fondi Ue che ci sono stati assegnati per il periodo 2014-2020 e che dei 76 miliardi che erano stati riservati per l'Italia siamo riusciti a spendere meno di un terzo. A Bruxelles hanno già costituito l'Italian Team per l'applicazione del Recovery Fund, per monitorare e controllare l'utilizzo di questi fondi con singole squadre che lavoreranno su ogni singolo paese.

L'Italia è al quintultimo posto tra i 27 come capacità di utilizzo dei Fondi Ue e la lentezza della nostra capacità di spesa non può essere addossata esclusivamente alla nostra burocrazia ma alla necessità di adottare tutte quelle decisioni che sono procrastinate da anni come dimostrato da quanto accaduto durante la prima fase della pandemia in cui, dopo anni di difficoltà apparentemente insormontabili, in un solo giorno è stata concessa la possibilità ai medici di base di inviare le ricette con le prescrizioni di medicinali via e-mail agli assistiti ottenendo un risparmio per lo stato, un miglioramento delle prestazioni dei medici finalmente liberati da un aspetto cartaceo della loro attività estremamente oneroso e per i malati che finalmente non sono più obbligati ad andare fisicamente a ritirare la ricetta presso lo studio medico come accadeva nel passato anche per i malati cronici che, pur essendo obbligati all'assunzione degli stessi farmaci per anni, erano costretti ad andare mensilmente a ritirare fisicamente la ricetta cartacea.

Il nostro esecutivo deve attivare immediatamente il Mes per investire nella sanità tutte le risorse disponibili per migliorare la lotta alla pandemia e tentare di evitare un nuovo lockdown, che sarebbe fatale per la nostra economia e per la tenuta sociale del paese, ed abbandonare le politiche di breve periodo che non hanno alcuna utilità strategica e per il futuro. E' necessario infondere forza e fiducia nelle famiglie e nelle imprese affinché trovino le energie necessarie ad affrontare un ultimo trimestre di un anno che è già stato difficilissimo e che si preannuncia ancora più duro.

Fonte: Il Cittadino
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