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Italia, si individui una strategia di crescita

Preoccupano il crollo del Pil e la contrazione dei consumi

Il governatore della Banca d'Italia, in occasione del Forum EuroScience di Trieste, ha confermato che nel secondo trimestre di quest'anno il nostro paese ha perso il 13 per cento del Pil in modo analogo agli altri paesi industrializzati, ma partendo da una situazione pregressa completamente diversa che ha determinato per l'Italia un regresso ai dati del 1993. Il governatore di Bankitalia Visco ha molto insistito sulla necessità di individuare gli strumenti necessari per aumentare la produttività nel pieno rispetto dell'ambiente, con programmi di crescita che si inseriscano in un piano generale di sviluppo sostenibile. Visco ha sottolineato che da recenti studi sembra che il Pil pro capite abbia una correlazione molto forte con il benessere di un Paese, fino al 90 %. Si tratta di mettere rapidamente in campo azioni di lungo respiro che possano portare ad un'intensa trasformazione tecnologica e culturale con particolare attenzione agli interventi nel campo dell'istruzione, che in Italia sono molto bassi.

L'Istat ha presentato la variazione acquisita del Pil per il 2020, con un secondo trimestre che presenta un calo del 12,8% in netto peggioramento rispetto alle stime precedenti, in discesa del 14,7 % precisando che si tratta del "calo peggiore dal 1995 ad oggi" e che è conseguente "alla portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell'emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate". L'Istituto di statistica ha anche spiegato come a trascinare la caduta del Pil sia stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione di scorte. Anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa delle importazioni. La spesa delle famiglie ha registrato una diminuzione in termini congiunturali del 12,4 % con un calo degli acquisti più accentuato per i beni durevoli che sono diminuiti del 21,4 per cento, dei servizi del 15,8 % e dei beni semidurevoli del 15,1 %.

In questo quadro oggettivamente molto serio, che fotografa una situazione in cui le imprese non riescono a ripartire e le famiglie continuano a ridurre i consumi e quindi a determinare un'ulteriore peggioramento della situazione economica, il governo sta predisponendo un piano per inserire nella manovra economica della legge di bilancio, o in un provvedimento ad essa collegato, una richiesta di un anticipo di spesa dei fondi Ue del Recovery Fund per un importo di almeno 20 miliardi di euro. La scadenza è il prossimo 15 ottobre, data in cui l'esecutivo dovrà inviare a Bruxelles la finanziaria per il 2021 unitamente alle schede di progetto per poter accedere ai 209 miliardi di euro del Next Generation Fund, conosciuto anche come Recovery Fund, deciso dall'Europa per contrastare e sconfiggere la recessione in corso. Il governo sta cercando di arrivare ad una manovra da 25 miliardi, senza deficit e priva di clausole di salvaguardia, centrata sulla riduzione delle imposte alle famiglie con reddito medio basso a cui si dovrebbe affiancare un ulteriore importo di 20 miliardi da dedicare interamente agli investimenti.

La decisione di accelerare la presentazione della documentazione per accedere ai fondi del piano straordinario europeo, senza aspettare la scadenza del 30 aprile 2021, è legata alla speranza per l'Italia di ottenere il prefinanziamento del 10% del Recovery Fund che si può ricevere all'inizio del 2021 anzichè durante o alla fine del prossimo anno. La Commissione europea ha comunque fino a 2 mesi di tempo per approvare il piano ed il Consiglio Ue ha altri 30 giorni per il via libera definitivo e quindi, anche nella migliore delle ipotesi, si tratta di un spazio temporale lungo che mal si concilia con le esigenze di un paese dove una parte consistente della popolazione continua a sopravvivere con interventi di sostegno e bonus che hanno la sola finalità della sopravvivenza ma nessuna valenza strategia e costruttiva. In questo contesto desta molta preoccupazione l'atteggiamento dell'esecutivo e delle forze parlamentari che lo sostengono che sembrano impegnate esclusivamente nella battaglia politica sul referendum costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari e nella lotta per la prossima tornata elettorale prevista il 20 e 21 settembre. E' necessario che il parlamento comprenda la gravità del momento e cominci a lavorare unito per il bene degli italiani. In questa fase non devono più esistere le divisioni tra forze politiche e le contrapposizioni urlate ma deve essere avviato un lavoro condiviso che possa individuare tutti gli strumenti necessari per avviare la ripresa economica del paese, e conseguentemente di quella sociale e occupazionale, con particolare attenzione al settore della sanità dove i fondi del Mes sono indispensabili per rilanciare e riorganizzare un settore così importante per ogni cittadino che deve sempre poter contare in un momento di difficoltà su un sistema sanitario pubblico in grado di assisterlo con la dovuta attenzione e cura che deve essere prestata anche alla dignità della persona che troppo spesso viene dimenticata per la di organizzazione operativa e per i problemi economici.

Fonte: Il Cittadino
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