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Cinema e letteratura: è sempre meglio il libro?

Trasposizioni cinematografiche talvolta ben efficaci, talvolta troppo lontane dall'originale

Cinema e letteratura: è sempre meglio il libro?

Il film e il libro: un rapporto da sempre piuttosto dibattuto da chi va al cinema. Quasi sempre il commento è "meglio il libro", tanto che lo stesso Hitchcock ne aveva fatto una specie di storiella in una intervista famosa lasciata a François Truffaut (che ne era un grande fan): "lei conosce la storia delle due capre che stanno mangiando le bobine di un film tratto da un best-seller e una capra dice all'altra: personalmente preferisco il libro". Qui Hitchcock ne parlava a proposito del suo "Rebecca, la prima moglie" tratta dal romanzo di Daphne Du Maurier.

Da sempre, chi va al cinema a vedere qualcosa tratta da un testo letterario non può fare a meno di un paragone. Tutti sanno che il cinematografo inizia la sua vera avventura quando i fratelli Lumière nel 1895 iniziano a sfruttare le immagini in movimento per qualcosa di umoristico o di meraviglioso (come "L'innaffiatoio che innaffia" o la famosa scena dell'arrivo del treno), ma fin dagli albori il cinema si interessa a ciò che è scritto e infatti George Melies con "Viaggio sulla luna" del 1902, in qualche misura si rifà al racconto di Jules Verne. Tra i libri più famosi (non prendiamo qui in esame la Bibbia) si pensi che "Pinocchio" di Collodi viene riportato su pellicola già nel 1911.

Da Verne, a Collodi, a Stoker, Shakespeare, Austen, ad autori contemporanei come la Rowling di "Harry Potter" gli esempi sarebbero davvero numerosissimi. Ogni volta inevitabilmente confrontiamo romanzo e film. In realtà i due "mezzi" non possono in alcun modo essere paragonabili proprio per la loro specificità. Si pensi che se si volesse portare sullo schermo un romanzo come "Via col vento" rimanendo fedelissimi alla traccia scritta, il film dovrebbe durare alcuni giorni, non a caso "Orgoglio e pregiudizio" (che pure non è un tomo come "Il signore degli anelli" di Tolkien), per rimanerne fedele ne è stato tratto uno sceneggiato dalla BBC in 6 puntate e di 327 minuti in totale (5 ore e 45 minuti): al cinema non reggeremmo mai una simile durata!

Inoltre nel testo scritto troviamo descrizioni di situazioni interiori che solo le parole potrebbero descrivere e dunque l'immagine non può che trovare altri mezzi per esprimerle, così anche la sensazione del tempo che passa, o un ricordo del passato.
Facciamo un esempio tratto da "C'era una volta il West" di Sergio Leone e che riguarda il personaggio di "Armonica" interpretato da Charles Bronson: la cinepresa si avvicina sempre di più agli occhi di Armonica e lo spettatore "vede" insieme a lui un episodio del passato.

Inoltre, c'è da tener conto che il testo scritto prima di diventare un racconto per immagini, passa attraverso una sceneggiatura e lì si traduce ciò che è essenziale per il film oppure ciò che del racconto ha più colpito il regista: chi ha amato "Colazione da Tiffany" di Blake Edwards rimarrà un po' sorpreso dalle differenze con il racconto di Truman Capote. C'è anche da considerare l'opposto: se abbiamo visto il film e poi abbiamo letto il libro, quanto è inevitabile vedere i personaggi così come li abbiamo visti interpretati!

Chi di noi riuscirebbe a leggere un'avventura del commissario Montalbano senza vederlo nei panni di Luca Zingaretti? Così, difficilmente si potrebbe immaginare "Hermione Granger" di Harry Potter" se non con il volto di Emma Watson. Succede anche che l'aver visto il film induca a leggere la storia da cui è tratto.
Non possiamo esaurire ogni sfaccettatura del rapporto molto complesso tra queste due forme di linguaggio, che dovrebbe trattare persino il concetto di tempo, il punto di vista di chi guarda o di chi legge e altro ancora. Va anche detto che pur tenendo conto di ogni fattore, non sempre la trasposizione risulta efficace e riuscita, ma nessuno troverebbe da ridire su "Il gattopardo" di Visconti anche se prima ha letto il grande romanzo di Tomasi di Lampedusa.
Ciò non toglie che rimanga inevitabile, uscendo da una sala cinematografica, commentare " preferisco il libro" o "mi è piaciuto di più il film".

Fonte: Il Cittadino
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