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Al cinema - Viaggio in Giappone

Regia di Elise Girard, con Isabelle Huppert, Tsuyoshi Ihara, August Diehl. 95 minuti

Sidonie Perceval è in partenza per il Giappone, dove è attesa dal suo editore Kenzo Mizoguchi, per la riedizione del suo libro di successo “L’ombre portée”. All’arrivo trova il suo editore che la accompagnerà in un tour di presentazione e alla scoperta dei luoghi più significativi della spiritualità giapponese.
Elise Girard, regista francese al suo terzo lungometraggio, anche stavolta si concentra su un carattere femminile interpretato magnificamente da Isabelle Huppert, icona del cinema francese. La storia sta a metà tra la commedia e il dramma, poiché tutti e due i personaggi sono sopravvissuti a tragedie e lutti (lo stesso padre di Kenzo aveva perso la famiglia nell’esplosione della bomba ad Hiroshima). Dal canto suo, Sidonie, da quando è in Giappone “terra di fantasmi”, ogni tanto vede e dialoga con il marito che è invece defunto. Immagini che per certi aspetti potranno ricordare un vecchio classico del cinema americano “Il fantasma e la signora Miur” di Mankiewicz. Ma non è l’unica citazione filmica: lo stesso nome dell’editore ricorda il regista giapponese Mizoguchi di “I racconti della luna pallida di agosto”. Il film però non è triste poiché possiede, nello stesso tempo, la leggerezza di una commedia, data dal contrasto fisico e culturale tra i due personaggi; ciò fa sì che le situazioni appaiano piuttosto buffe, anche il modo di esprimere i sentimenti è visto in una chiave ironica, senza però cadere nella presa in giro. Insomma, i dialoghi sull’aldilà tra Sidonie e il marito non saranno ad un livello filosofico altissimo, ma quanto basta per suggerire l’inquietudine che attraversa l’animo della donna. Senz’altro la regista compone un’opera delicata e lieve, in cui emerge il bisogno di rinascere e ricominciare.
Viaggio in Giappone è stato presentato nella sezione “Giornate degli Autori” all’ultimo Festival del cinema di Venezia; in un’intervista Elise Girard ha spiegato che ha vissuto un anno e mezzo in Giappone; questo le ha permesso di usare il paesaggio in modo metaforico per il personaggio di Sidonie: dai giardini della città dei templi di Kyoto si passa alla modernità, un passaggio che riflette anche il suo mondo interiore.

Fonte: Il Cittadino
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