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100 metri dal Paradiso

Regia: Raffaele Verzillo

100 metri dal Paradiso

Regia: Raffaele Verzillo
M ons. Angelo Paolini, sacerdote in Vaticano, è convinto che la Chiesa debba aggiornare il proprio linguaggio per continuare a testimoniare la parola di Dio nel mondo. Mario Guarrazzi, suo amico d'infanzia, è un ex centometrista che in carriera ha vinto tutto ma non ha mai guadagnato la finale delle Olimpiadi. Di questo cruccio cerca riscatto attraverso il figlio Tommaso, anch'egli promettente velocista. Mario cade nella depressione, quando Tommaso gli comunica l'intenzione di voler entrare in seminario. Mons. Paolini, pensando che lo sport sia uno dei possibili terreni di evangelizzazione, intuisce che le due cose possono convivere ed elabora un progetto imprevedibile: mettere in piedi la Nazionale Olimpica del Vaticano e partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012. Tra incertezze, contraddizioni, delusioni e euforia, il progetto tuttavia va avanti. "Non c'è alcun riferimento a fatti reali - dice Raffaele Verzillo, regista a cosceneggiatore - abbiamo inventato un Monsignore un po' folle con una gran volontà di rinnovare i metodi di diffusione della parola di Dio(...)". Il soggetto (sottoposto anche all'attenzione del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali) segue questa idea certamente originale, lasciandola al centro del racconto, e arricchendola con molti spunti di contorno, stimolanti e attuali. Il punto di partenza è il sincero entusiasmo che anima Mons. Paolini nel suo obiettivo di rendere moderno lo stile di comunicazione della Chiesa. L'incontro tra religione e sport apre molte riflessioni intorno a quel progetto educativo che già anima molte realtà diocesane sul territorio, e spinge a considerare la possibilità di un impegno più forte, di maggiore impatto mediatico. Lungo il copione emergono anche i temi della missione, della vocazione, dei sacerdoti di frontiera nelle zone disagiate. E' merito della regia tenere tutta questa materia, divisa tra concretezza e spiritualità, su un piano di esemplare linearità espressiva. La scelta del tono brillante offre occasioni per un umorismo immediato, misurato e autentico. Si parla insomma di argomenti importanti senza voler impartire lezioni, nè denunciare o fare critiche. Il messaggio che arriva dai personaggi è quello di una schiettezza solidale, un invito a parlare, confidarsi, essere l'uno di sostegno all'altro per una crescita reciproca senza confini.

Allegato: pentecoste.pdf (145,29 kB)
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