Al Museo Diocesano un polittico ricostruito

Venerdì 16 novembre è stata inaugurata al Museo Diocesano la mostra Giovanni di Pietro da Pisa: un polittico ricostruito, interessante iniziativa che ha visto coinvolti il Museo Diocesano di Genova, insieme a Palazzo Madama di Torino, i Musei Civici di Pavia e le Soprintendenze Archeologia e Belle Arti e Paesaggio di Torino, Genova e Milano. Tutto è partito dalla tesi di laurea di Martina Quadrelli, svolta nell'ambito del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell'Università di Torino, rivolta allo studio di due tavole dipinte dall'artista pisano raffiguranti San Leonardo e Santa Chiara, conservate a Torino e poi estesa alla tavola con Sant'Agata, proveniente da Pavia. A questi si è poi unita la piccola tavola con la Madonna e il Bambino, proveniente dalla chiesa genovese di Santa Fede, oggi conservata nel Museo genovese, sottoposta a restauro dal laboratorio di Nino Silvestri. Il piccolo dipinto è stato riconosciuto opera di Giovanni da Pisa, "artista ospite", come lo ha definito Clario di Fabio, attivo a Genova all'inizio del Quattrocento, e messo in relazione con le altre tavole dipinte dall'artista, restaurate nel laboratorio di "La Venaria Reale". Si è quindi ricostruito un polittico smembrato che probabilmente doveva essere articolato da cinque scomparti, proveniente da una fondazione monastica francescana, vista la possibile posizione privilegiata di Santa Chiara all'interno della composizione. Il polittico fu smembrato a seguito delle soppressioni ottocentesche degli ordini religiosi e oggi, grazie al fruttuoso lavoro tra i tre Musei, è stato ricomposto, con la volontà di rendere i diversi frammenti tra loro di nuovo "comunicanti". Il progetto ha poi previsto che il polittico ricostruito fosse esposto nelle differenti sedi museali di Torino, Pavia e oggi Genova, recuperato con una restituzione estetica ottenuta dal restauro dei differenti pannelli che li unifica e valorizza. Una occasione che ha permesso di recuperare uno dei tanti beni un tempo conservati nel territorio della nostra Diocesi, che per differenti motivi ha perso il suo significato legato al contesto di provenienza. La mostra e il catalogo hanno quindi il pregio di aver ricostruito un'opera che sembrava totalmente dispersa e che grazie allo studio dei differenti curatori ha potuto essere ricomposta.

Grazia Di Natale
(Ufficio Beni Culturali)