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68esima Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra - raccolta nelle parrocchie

Nel mondo le persone colpite dalle malattie tropicali sono oltre un miliardo

68esima Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra - raccolta nelle parrocchie

Nonostante le difficoltà operative, dovute alla convivenza con la pandemia del Covid-19 le attività di Cooperazione Sanitaria Internazionale in Asia, Africa e America Larina continua.
La pandemia non demorde, così come il lavoro degli operatori di AIFO e dei suoi partner, promuovendo nuove progettualità e gestendo quelle in svolgimento, confrontandosi ogni giorno con l’emergenza.
L’impatto sulla struttura sanitaria e sociale della pandemia è diverso nei Paesi del Sud del Mondo, poiché era diversa la situazione prima del Covid-19.
I sistemi sanitari nazionali relativamente efficienti nel Nord del mondo vacillano sotto la pressione della pandemia. Dobbiamo renderci conto di quale sia e sarà l’effetto nei Paesi più poveri, dove l’universalità dell’accesso all’assistenza non è garantita, dove c’è carenza di operatori sanitari, di strutture sanitarie a attrezzature, dove la gestione dei programmi di sanità di base è complessa ed in molti casi non sostenibile nel tempo, dove le epidemie sono all’ordine del giorno (vedi virus Ebola).
Stiamo parlando di Paesi con una forte carenza di servizi alla popolazione, anche quando non è in corso una emergenza sanitaria globale.
Basti citare la presenza delle Malattie Tropicali Neglette, un gruppo di patologie croniche trasmissibili, in cui è compresa la lebbra.
Colpiscono oltre un miliardo di persone, tra cui più di 500 milioni di bambini, pertanto oltre un sesto della popolazione mondiale, e contribuiscono a mantenere elevati gli indici di disabilità e mortalità.
Sono malattie curabili con trattamenti non costosi, ma nonostante ciò sono state per lungo tempo trascurate dall’agenda politica mondiale.
Una sfida sanitaria e umanitaria enorme poiché si tratta di patologie associate a condizioni di povertà e vulnerabilità sociale che hanno sempre significato il mancato diritto alla salute degli “ultimi”.
Dal punto di vista della sanità pubblica si possono combattere principalmente con: acqua pulita, cibo adeguato e igiene; la ricerca per sviluppare test diagnostici: vaccini e farmaci.
Esattamente quello che serve per controllare ed eliminare la pandemia in corso.
La pandemia in corso ha provocato un disastro economico e sociale immane, ed è in questo scenario che noi celebriamo la 68a Giornata Mondiale dei Malati di lebbra.
Lo facciamo a testa alta, perché come è vero che da noi la povertà è aumentata, basta guardare le file delle persone per chiedere un pasto caldo, è altrettanto vero che la nostra povertà non è nulla a confronto di quelle persone che non hanno mai avuto niente.
I nostri operatori in India ci riportano episodi raccapriccianti. I malati di lebbra che escono per cercare un po' di cibo per sopravvivere vengono umiliate, picchiati a sangue ed additati come untori.
Noi siamo in queste condizioni? No. Nonostante tutto abbiamo di che sopravvivere di nostro o da elargizioni di Enti benefici come Caritas, ecc. ecc.
Il Vescovo di Harar (Etiopia), poco tempo fa ci scriveva che sembrava essere ritornata la serenità nel paese, perché le piogge sono state abbondanti, dopo una lunga siccità, e tutto lasciava presupporre ad un raccolto altrettanto abbondante, ma purtroppo sono arrivate le cavallette che hanno fatto man bassa di tutta la produzione. Ma di peggio c’è che c’è stata una seconda invasione di cavallette che hanno divorato quanto era rimasto dalla prima invasione, così le persone sono ridotte al lumicino.
Nei progetti da noi assistiti, con una nuova progettualità, si cerca di dare un minimo di sussistenza alle persone, non dimenticando le altre persone.
Per ora i programmi di cooperazione sanitaria sono gli unici mezzi per garantire un minimo per sopravvivere, perché se nel nostro mondo siamo allo sfascio, la siamo oltre.
Il nostro Gruppo ha in carico quattro progetti e la nostra speranza è di poterli aiutare tutti.

Ricordiamo che le donazioni fatta tramite banca e conto corrente postale sono deducibile dalla dichiarazione dei redditi, per cui conservare le ricevute da allegare alla dichiarazione.
Il numero del conto corrente postale su cui effettuare le donazioni è: 16098162; il conto bancario alla Banca Intesa San Paolo è: 1000/158133 – IBAN: IT53 Z030 6909 6061 0000 0158133.

*Presidente GLAL

Fonte: Il Cittadino
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