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Fiorello e Checco Zalone: non c'è confronto!

Fiorello e Checco Zalone: non c'è confronto!

Dopo gli esordi cabarettistici e lo sbarco al cinema, Luca Pasquale Medici – in arte Checco Zalone – è approdato in prima serata su Mediaset, con “Resto Umile World Show” (Canale 5, venerdì ore 21.10). La trasmissione è un “one man show”, che lo vede esibirsi nei suoi pezzi forti: imitazioni, parodie e duetti con cantanti, personaggi dello spettacolo e gag con ospiti vari. Nella prima puntata è stata Laura Pausini a duettare con lui, eseguendo una delle sue canzoni parodistiche tra il serio e il faceto.
Parte della critica televisiva ha sentito la naturale urgenza di paragonare il programma del comico pugliese a quello di Fiorello (“Ilpiùgrandespettacolodopoilweekend”, Rai1, lunedì ore 21.10), partendo dalla constatazione che entrambi sono mattatori della scena e si lanciano in una molteplicità di situazioni, dal canto al ballo, dall’imitazione alla caricatura. Ma i due sono troppo diversi, come differente è la struttura delle trasmissioni cucite su misura per loro.
Fiorello è un presentatore e un caratterista, Checco Zalone è un cantante da macchietta ma sa anche suonare (bene) il pianoforte e la chitarra. Mentre Fiorello imita e rifà i pezzi più noti dei cantanti personalizzandoli, Zalone è diventato famoso scrivendo ex novo brani musicali che richiamano nei contenuti e nel modo di cantare i protagonisti della discografia nostrana. Fiorello conduce stando ben attento a rispettare i canoni sacri del varietà e non si lascia andare a volgarità di alcun tipo. Zalone è sboccato e usa volutamente il linguaggio scurrile per suscitare risate come si fa con le barzellette di Pierino. I monologhi non sono il suo forte, mentre sono uno dei cavalli di battaglia di Fiorello, che li usa per infilarci anche un po’ di satira capace di far pensare.
La diversità di ruolo e di presenza scenica trova conferma anche nella scelta del nome d’arte: Fiorello non ha fatto altro che mantenere il suo cognome, mentre lo pseudonimo Checco Zalone rimanda all’espressione dialettale barese “che cozzalone!”, traducibile con “che tamarro!”. Tanto triviale, in realtà, non è, se è vero che ha una laurea in giurisprudenza e che ha all’attivo diverse esibizioni con musicisti jazz di un certo livello.
A dargli il successo è stata la parodia dei cantanti neomelodici che al Sud usano esibirsi durante comunioni e matrimoni e con le sue apparizioni a Zelig ha pian piano conquistato l’attenzione del pubblico. Fra i registri comici cui ha fatto ricorso negli anni, oltre a quello della parodia musicale, anche l’ambiguo ruolo di ex galeotto che racconta le sue avventure presentandosi come vittima della società ma essendo in realtà un delinquentello da strada.
Fiorello, come si sa, è diventato famoso conducendo per anni il karaoke televisivo sulle piazze d’Italia e probabilmente questa attitudine gli ha consentito di sviluppare la sua qualità migliore, quella di duettare con l’ospite canoro di turno. Una volta raggiunto il successo, è riuscito a conquistarsi una connotazione meno popolare e più ricercata nell’immagine, così da poter calcare le scene nei panni del bravo presentatore.
Zalone, al contrario, quando ha scoperto che l’immagine volgarotta e “tamareggiante” poteva essere vincente agli occhi del pubblico, si è adeguato e ha scelto questa via senza mediazioni, accentuandone gli aspetti più grotteschi. Le sue esibizioni si concretizzano in siparietti e gag veloci, con cui vorrebbe strappare la risata all’istante. A volte ci riesce e a volte no. Certamente il suo pubblico e quello di Fiorello sono diversi e anche per questo non regge il confronto che qualcuno a tutti i costi ha voluto proporre.

Allegato: NS_Loreto_Oregina.pdf (256,10 kB)
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