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In libreria - Perchè insegnare ancora religione?

Il volume di Sergio Cicatelli e Luca Raspi sottolinea il valore e l’attualità di questo insegnamento

In libreria - Perchè insegnare ancora religione?

Perchè insegnare ancora religione cattolica a scuola? Forse in tanti si chiedono di più perchè frequentarla, avendo in testa ancora un’antiquata figura di professori “sacerdoti”, rigidi, ingessati nel loro ruolo e con l’unico intento di convertire e fare catechismo tra i banchi. E questo, in uno Stato laico non piace.
L’opinione comune, infatti, rende tutto più difficile, soprattutto per gli insegnanti che ormai da tempo hanno indossato l’abito di veri e propri professori (anche grazie al titolo accademico obbligatorio), hanno gli stessi diritti e doveri dei colleghi e sono docenti di una disciplina complessa che mira prima di tutto alla formazione della persona e della personalità dell'alunno, lavorando sugli aspetti etici ed emotivi.
Per dirla in poche parole: hanno un ruolo non facile.
Di fronte a dubbi, perplessità e a futili pregiudizi che relegano l’insegnante di religione all’ultima fila della consiglio di classe, considerandolo “diversamente insegnante”, arriva una perla di saggezza curato da due pezzi da novanta in materia.
Si tratta dell’opera “Perchè insegnare ancora religione”, edita da San Paolo, firmata da Sergio Ciccatelli e Luca Raspi, con la prefazione di Daniele Saottini. Com’è cambiato l’insegnamento della Religione in Italia dalla pubblicazione della Nota Cei prodotta 30 anni fa?
Nel libro la risposta: chiara ed efficace.
Sergio Ciccatelli dirigente scolastico e docente di Pedagogia, Didattica e Legislazione scolastica in Università pontificie romane è esperto delle problematiche dell’Irc (Insegnamento della religione cattolica), ha seguito negli ultimi 30 anni la sua evoluzione.
Luca Raspi è docente in Irc in un liceo Scientifico delle Scienze Umane e di Legislazione scolastica presso l’Istituto superiore di scienze religiose ligure, laureato in Filosofia, in psicologia e in scienze Religiose.

I due autori affrontano il tema complicato dell’insegnamento religioso che oggi deve affrontare molte sfide ma quella più importante è legata alla multicultura dove l’Irc può apparire una identità molto caratterizzata ma non per questo chiusa al confronto.
«Va ricordato che oggi la scuola è la più grande “parrocchia” della Chiesa Italiana - spiegano gli autori - Qui i docenti incontrano un gran numero di ragazzi, molti dei quali non vivono più attivamente la loro appartenenza ecclesiale».
Se all’inizio degli anni Novanta sembrava che l’Insegnamento della religione cattolica dovesse morire lentamente ma inesorabilmente, oggi la situazione appare ben diversa: la docenza, nei suoi vari ordini e gradi, si è stabilizzata su numeri standard e la figura del docente Irc ha ritrovato una sua accoglienza e posizione precisa e apprezzata all’interno del corpo degli insegnanti.

Sergio Cicatelli e Luca Raspi, esperti riconosciuti nell’ambito della formazione degli insegnanti, ci accompagnano alla scoperta di una disciplina che ha un elevato valore culturale, filosofico, etico e religioso e che ha una importanza fondamentale perché l’irc non è una materia in cui si deve imparare a calcolare o imparare una nuova lingua ma deve essere uno strumento attraverso il quale l’allievo possa capire decifrare la realtà complessa nella quale si vive.

1ª edizione settembre 2021
Collana COMUNICAZIONE/STUDI
Formato 16,5 x 24 cm - BROSSURA
Numero pagine 128
€ 15.00

Scarica la copertina

Fonte: Il Cittadino

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