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In libreria - La spiritualtà nella cura

Con la prefazione di Papa Francesco

In libreria - La spiritualtà nella cura

E' in libreria "La spiritualità nella cura", un volume scritto a due mani da don Tullio Proserpio, Cappellano dell'Istituto Tumori di Milano, e il Dott. Carlo Alfredo Clerici, medico nello stesso Istituto.

Un dialogo tra un medico e un presbitero che si incontrano, ogni mattina, nei corridoi di uno dei più importanti ospedali d’Italia sul tema della spiritualità nella cura.

Queste le domande che nascono fra i due interlocutori: "Di che cosa ha bisogno l’ammalato che soffre e che intravvede l’avvicinarsi dell’ultima soglia? Esiste la possibilità di un’alleanza tra medicina e spiritualità, in una realtà sanitaria sempre più tecnologica e standardizzata su grandi numeri ed efficienza delle prestazioni?".

Nel volume un’analisi rigorosa dei sistemi ma anche dei bisogni profondi espressi dai pazienti e dalle famiglie, gli autori sottolineano che è possibile inaugurare nuovi percorsi di formazione, nuovi modelli di collaborazione e nuove routine nelle équipe sanitarie, in cui l’ascolto e la presa in carico della dimensione spirituale del paziente diventano un elemento capace di sostenere nei momenti più difficili e di offrire prospettive alla domanda di senso che accompagna ogni essere umano.

Tullio Proserpio, Carlo A. Clerici, La spiritualità nella cura. Dialoghi tra clinica, psicologia e pastorale, Ed. San Paolo, € 18; in uscita il 24 febbraio.

Di seguito la prefazione al libro scritta da Papa Francesco.
Con particolare gioia accolgo l’invito rivoltomi da don Tullio Proserpio e dal dott. Carlo Alfredo Clerici, entrambi impegnati nel servizio di aiuto e sostegno alle persone ammalate, così come i familiari e l’intero personale che opera all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Un tema certamente attuale, sempre più coinvolgente e che interpella e positivamente stimola quanti si riconoscono nella fede cristiana a porre quelle domande vere che abitano il cuore di ciascuno. Sappiamo di non avere risposte pienamente persuasive davanti a questi grandi interrogativi, soprattutto vicino al letto dei pazienti stessi. Anche questa è una forma di povertà, ma proprio perché ci riconosciamo poveri, ci rivolgiamo alla parola sempre buona e promettente del Vangelo, capace di aprire il nostro cuore alla speranza, quella speranza grande che attraversa il cuore di chi percorre il cammino dell’esistenza.
Il titolo del libro: “La Spiritualità nella cura”, pone a tema un argomento particolarmente delicato e importante, quale la spiritualità nel momento della malattia. Il testo evidenzia un segnale certamente positivo di attenzione da parte della comunità scientifica che riconosce, per il bene dei pazienti, dei familiari, oltre che dello stesso personale, un aiuto come quello spirituale, che forse in questi ultimi anni è stato un po’ trascurato. Come è opportunamente sottolineato, da parte di quanti sono o saranno coinvolti in questo settore così specifico, occorre un’adeguata preparazione e formazione sul campo, cioè concretamente vicino al letto delle persone ammalate, per essere in grado di muoversi in profonda sinergia con l’intera comunità curante.
La pandemia di Covid-19 ha sottolineato con forza la necessità di non lasciarsi trascinare da sole logiche economiche, incapaci di soddisfare pienamente i profondi bisogni dell’uomo. L’attenzione alla prospettiva spirituale aiuta a rispondere, in sintonia con le altre realtà coinvolte, a questa domanda. Proprio lo sguardo dalla periferia della condizione umana, segnata dalla precarietà dell’esistenza, favorisce la costruzione di quei ponti necessari a non dimenticare l’umano che ci caratterizza e a individuare sempre nuovi, spesso imprevisti percorsi.
Auguro che questo proficuo dialogo tra l’ambito teologico-pastorale e clinico-psicologico possa proseguire con sempre maggiore efficacia, avendo la costante disponibilità ad affrontare aspetti tanto complessi.
Lo Spirito Santo accompagni quanti condividono l’esperienza di aiuto e sostegno alle persone ammalate. Molto apprezzo la lodevole sensibilità posta nella cura dei malati considerati nella loro integralità di persone ad imago Dei. Possa tale saggio contribuire al promuovere una rinnovata attenzione in chi assiste le persone ammalate, in modo da far loro assaporare prossimità amorevole e conforto sull’esempio di Gesù buon samaritano dell’umanità.
Affido il buon esito del vostro servizio alla celeste intercessione di san Giuseppe e della Vergine Maria, Salute degli infermi, invio la Benedizione Apostolica, accompagnata dal ricordo nella preghiera per l’intera comunità dell’Istituto dei Tumori di Milano, in modo speciale per i ricoverati e i rispettivi familiari.

Francesco

Fonte: Il Cittadino
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