La parola
stampa

2a domenica di Quaresima (anno B), Marco 9, 2-10

Questi è il Figlio mio, l’amato

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Questi è il Figlio mio, l’amato

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro...

Nell'itinerario quaresimale, la seconda domenica è segnata dal vangelo della trasfigurazione, che in tutti i sinottici segue la confessione di fede da parte di Pietro ed il successivo primo annuncio della passione da parte di Cristo. Nella struttura del vangelo di Marco, a partire dal riconoscimento di Gesù quale Messia d'Israele, si apre una nuova tappa, nella quale Gesù si dedica, in modo particolare, ai Dodici, per mostrare loro in che modo egli compirà la sua missione e come deve essere compresa la sua identità di Messia. La narrazione è ormai chiaramente orientata agli eventi finali della Pasqua ed è ritmata dal triplice annuncio del destino di morte e di risurrezione, verso il quale, coscientemente, Gesù è incamminato: per Marco, sarà proprio sotto la croce, nel momento del massimo nascondimento e della più umiliante debolezza, che Gesù sarà riconosciuto Figlio di Dio dalla voce del centurione romano (cfr. Mc 15,39), e attraverso il suo racconto, l'evangelista ci chiede di ripercorrere lo stesso cammino, per arrivare ad una piena conoscenza del mistero di Cristo. In questa prospettiva, l'evento della trasfigurazione rappresenta un momento di rivelazione, che anticipa la piena luce della Pasqua, e, non a caso, i tre discepoli prescelti sono gli stessi che nell'orto degli ulivi saranno testimoni dell'angoscia e del turbamento del loro Maestro, e potranno udire, nel silenzio della notte, le brevi e sofferte parole della preghiera di Gesù, rivolte al suo "Abbà" (Mc 14,36), al Padre che, proprio sul monte della trasfigurazione, ha proclamato: "Questi è il Figlio, l'amato: ascoltatelo!". Ciò che accade sul monte, interessa Gesù, ma riguarda anche i discepoli e racchiude il cuore di un'esistenza cristiana: il linguaggio e le immagini dell'evangelista richiamano una teofania, con la misteriosa trasformazione dell'essere di Cristo, avvolto della gloria divina, idealmente evocata dal colore bianco delle sue vesti e dalla nube, e con l'apparizione di Elia insieme a Mosè, i grandi testimoni della prima alleanza. È un'esperienza che travolge Pietro, Giacomo e Giovanni, stupiti e spaventati, e che consegna una parola chiara, su Gesù, il Figlio amato del Padre: a loro, come a noi, è chiesto innanzitutto di ascoltare Cristo, di lasciarsi illuminare e plasmare dalla sua parola e dalla sua presenza. È una parola viva che, grazie all'opera degli evangelisti, è divenuta vangelo scritto, narrazione testimoniale che attesta la storia concreta del Nazareno; è una parola affidata a dei testimoni, a partire dai Dodici fino a noi oggi, tanto che per i tre discepoli non è il tempo di rimanere sul monte, ma di scendere a valle, per proseguire il cammino con Gesù e diventare così i suoi testimoni; è una parola che conduce a vedere Gesù, e ad entrare in una progressiva conoscenza di lui. Ma è anche una parola che per essere compresa ha bisogno di tutte le Scritture d'Israele, significate dalla figura di Mosè e di Elia, letti spesso dai Padri come simboli della Legge e dei Profeti: essi, nella visione sul monte, conversano con Gesù, in una familiarità profonda, e in qualche modo, questo dialogo tra l'Antico Testamento e il mistero di Cristo prosegue, nella vita della Chiesa, nella sua liturgia, nelle varie forme d'ascolto della Parola di Dio. Certo la visione del Signore trasfigurato, che preannuncia la condizione gloriosa del Risorto, è un dono di grazia, che i tre discepoli ricevono per proseguire la loro sequela di Gesù, fino alle ore oscure della passione e della croce: al termine del racconto, "improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro". Resta lui, il Maestro da ascoltare, da guardare, con il quale immedesimarsi, passo dopo passo, anche quando non si comprende il suo annuncio, anche quando si fa evidente la distanza tra i suoi pensieri e la logica talvolta meschina dei discepoli. Lo stesso dinamismo continua ad accadere nei credenti, di coloro che hanno iniziato a conoscere e ad amare Cristo attraverso i suoi testimoni, attraverso la sua parola ascoltata nella sinfonia delle Scritture, attraverso la vita della comunità ecclesiale, nata dalla prima compagnia degli amici del Signore: nella nostra esistenza, ci sono momenti di luce e di grazia, incontri che ci fanno esclamare come Pietro: Rabbì, è bello per noi essere qui!", ci sono parole del Vangelo, tante volte udite, che improvvisamente fanno ardere il cuore, ci sono tempi in cui ci è concesso, per qualche istante, di salire sul monte e di essere conquistati e incantati dalla bellezza di Cristo. Ma ogni grazia che Dio ci concede, non è per una fuga o una sorta d'evasione estetica e sentimentale, ma è per una sequela sempre più appassionata e fedele del Signore, sulla strada che, attraverso l'ora della croce e della prova, conduce alla pienezza della gioia: "per crucem ad lucem, per crucem ad gloriam".

Questi è il Figlio mio, l’amato
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento