La parola
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II lettura di domenica 19 dicembre - Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà

IV domenica di Avvento - Anno C

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà"».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Dopo aver presentato la teologia del sommo eterno sacer­dozio del Cristo, l'autore della lettera approfondisce la conside­razione del valore maggiore che il suo sacrificio ha rispetto a tutti gli altri dell'Antico Testamento. Quelli infatti, costituiti dall'immo­lazione di animali, che neppur fruivano di volontà obbedienziale, non possedevano efficacia redentiva. La portata salvifica del sa­crificio di Cristo invece comincia appunto dal suo atto di volontà, sintonizzato con l’esigenza di giustizia di Dio.

L'autore dello scritto ispirato pone sulla bocca del Cristo, al momento dell' Incarnazione, le espressioni del Salmo 40, 7-9. La preghiera davidica, mentre ringrazia Jahvè per un suo straordinario intervento, protesta di voler offrire – oltre i sacrifici previsti dal rituale del Levitico – l’adesione interiore della sua volontà, la completa sottomissione.

Dopo la citazione ce ne dà la ragione, offrendo una puntuale esegesi con la quale alla ripresa del Salmo viene conferito un significato più ampio: sacrifici e le offerte dei riti di ringraziamento, gli olocausti e i sacrifici di espia­zione dell' antichità, ossia tutto il complesso del culto veterote­stamentario non aveva che un valore impetrativo, preparatorio e prefigurativo del vero, autentico, efficace sacrificio del Cristo, il quale si incarna appunto “per compiere la volontà” di Dio.

E la volontà sacrificale, redentrice del Cristo si attua non soltanto in occasione della morte, ma già al momento della sua “venuta” nel mondo.

II momento dell’Incarnazione effettua pertanto l'abolizio­ne di tutto quanto era preparazione ed instaura  l’epoca della realizzazione, inizia l'effettiva redenzione, la vera santificazione, la vera purificazione interiore (non soltanto rituale, come quella dell'antica liturgia).

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 19 dicembre - Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà
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