La parola
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I lettura di domenica 30 luglio

Anno A - XVII Domenica del Tempo Ordinario

I lettura di domenica 30 luglio

Dal primo libro dei Re
1Re 3,5. 7-12

A Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: "Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda". Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?". Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: "Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te.

In ogni sua scelta, convinto dell’incommensurabile valore dell’essere in armonia con Dio, che niente può essere più prezioso ed appetibile, il credente pospone o persino sacrifica ogni altro valore supposto o anche vero, ma non orientato all’armonia con Dio.
La “sapienza” è attributo divino, per cui egli ha conoscenza totale, esaustiva della realtà, creata, creabile ed increata. Conoscenza non arida, ma gioiosa, amorosa. Poiché deriva dal latino “sàpere” [= “gustare” ] “sapienza” è conoscenza che dà gusto, soddisfazione, contemplazione lieta di ciò che si conosce.
Dio, secondo la Bibbia, concede all’uomo il dono della “sapienza” ; l’uomo viene reso partecipe, ovviamente in maniera relativa alle sue possibilità, della “sapienza” divina.
Il “sapiente” dunque è colui il quale conosce ed applica le proprie conoscenze nell’attività pratica che gli è propria.
L’autore non si accontenta di dire che Dio concede quanto richiesto, ma dice che “piace” la domanda. Jahvé si compiace che il giovane Salomone non abbia chiesto favori personali – “lunga vita, ricchezza, morte dei nemici” – ma “la saggezza nel governo e il discernimento nel giudicare”.
Dio concede il dono della “sapienza” ed in misura straordinaria, ineguagliabile: “ come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te”.
Di fatto Salomone rimarrà nella storia universale figura emblematica del sapiente per eccellenza.

Fonte: Il Cittadino
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