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I lettura di domenica 19 marzo - IV domenica di Quaresima

Davide è consacrato con l'unzione re d'Israele - ANNO A

I lettura di domenica 19 marzo - IV domenica di Quaresima

Dal primo libro di Samuèle
1Sam 16,1b.4.6-7.10-13

In quei giorni, il Signore disse a Samuèle: «Riempi d'olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuèle fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuèle: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuèle i suoi sette figli e Samuèle ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuèle chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuèle disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuèle prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

Saul, il primo monarca di Israele, a causa del suo comportamento, non  può più contare sull'approvazione di Jahvè, il quale anzi decide di sostituirlo. La designazione e la consacrazione del nuovo re tuttavia avviene in segretezza, per evitare la reazione violenta di Saul.

E' lo stesso profeta, Samuele, il quale ha consacrato Saul, a ricevere l'incarico della nuova designazione. Dice Jahvè: “Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Jesse il Betlemita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re”. Il corno è usato correntemente come recipiente naturale. L'olio è elemento caratteristico delle consacrazioni sacerdotali e regali.

Il re in Israele ha  posizione di rappresentanza, di vicarietà rispetto a Dio: la signoria sul Popolo Eletto è esclusiva di Dio, il re è  colui che viene designato a “sedere sul trono di Jahvè”. Per tale motivo riceve la consacrazione. E’ a  servizio di Jahvè, il quale dunque lo sceglie. Jesse (o Isai) è discendente di Booz, colui che aveva sposato Rut (Rt 4,17 ss.) e,  come l'antenato, vive a Betlehem,  tra Gerusalemme ed Hebron. Samuele si muove da Rama (a nord di Gerusalemme) – un viaggio di circa 40 km – per eseguire “quello che il Signore gli ha comandato”.

Il carisma profetico non è permanente, investe l'uomo solo quando Dio vuole. Ecco perché di fronte al primo dei figli di Jesse – Eliab, di particolare prestanza fisica – Samuele suppone sia lui il preconizzato. Ma Jahvè avverte: le doti fisiche, le apparenze non contano; importanti sono le doti interiori, che d'altra parte soltanto Dio è in grado di scrutare. Ed esse costituiscono criterio di scelta: “Non guardare al suo aspetto, né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore”.

E nessuno dei sette figli presentati da Jesse risulta designato da Dio. Samuele sa che Jahvè non può averlo mandato invano ed indaga: “Sono qui tutti i giovani?”. Infatti ne manca uno, colui che rispetto agli altri è “il più piccolo” (pur avendo almeno una ventina d'anni) e quindi dalla mentalità di Jesse non è stato preso in considerazione. E' invece proprio costui – Davide – che Jahvè ha scelto. Samuele riceve, con modalità misteriosa, come sempre, la divina rivelazione: “E' lui”.

Alla consacrazione presenziano i familiari, i quali, a tempo debito, dovranno dar testimonianza dell'avvenimento attual­mente segreto. Il rito consacratorio è efficace, oggi diremmo sacramentale: “lo spirito del Signore”, cioè la forza vitale divina viene comunicata a Davide, affinché possa adempiere la  missione affidatagli.

Fonte: Il Cittadino
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