La parola
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2a domenica del Tempo Ordinario - anno A, Giovanni 1, 29-34

Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo!

Il vangelo proposto alla nostra riflessione mostra una sua continuità con il mistero del Battesimo del Signore, celebrato la scorsa domenica, alla conclusione del tempo natalizio: infatti, il quarto evangelista, nel primo incontro tra Gesù e il Battista, allude all'esperienza battesimale del Signore, attraverso la testimonianza del profeta.

Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo!

Il vangelo proposto alla nostra riflessione mostra una sua continuità con il mistero del Battesimo del Signore, celebrato la scorsa domenica, alla conclusione del tempo natalizio: infatti, il quarto evangelista, nel primo incontro tra Gesù e il Battista, allude all'esperienza battesimale del Signore, attraverso la testimonianza del profeta. Proprio questa è la caratteristica sintetica di Giovanni, già richiamata nel prologo (cfr. Gv 1, 6-8. 15), l'essere il primo grande testimone della luce venuta nel mondo, totalmente rivolto al Messia presente, perché sia fatto conoscere ad Israele. Per la prima volta, nel testo dell'evangelista 'teologo', appare la figura storica di Gesù, che viene incontro al Battista, avendo già ricevuto lo Spirito, e immediatamente Giovanni rivolge lo sguardo a Cristo e sembra presentarlo a tutti coloro che ascolteranno questa parola: non è indicato l'uditorio storico a cui sono rivolte le parole del profeta, e in questo modo, anche noi siamo coinvolti nell'annuncio e nell'invito a vedere. L'espressione di Giovanni intende concentrare l'attenzione su Gesù, come l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, come colui che precedeva nell'essere il suo testimone, come lo sconosciuto, ora svelato nella sua identità di messia e di figlio di Dio. Nella figura di Giovanni che indica Gesù nel suo mistero, è annunciata la figura della Chiesa, chiamata, nel tempo, ad essere testimone di Cristo, a mostrare Lui come 'la luce delle genti', Lumen gentium, la figura di coloro che ci sono dati come testimoni del Signore, che muovono il nostro sguardo a Lui per scoprire sempre più il suo volto. Riguardo a Gesù, una grande ricchezza è racchiusa nel titolo di 'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo': al di là della comprensione storica che il Battista poteva avere di questa parola, è certo che agli occhi dell'evangelista la menzione dell'agnello può richiamare l'agnello-servo di Is 53, che dona la vita per la fedeltà a Dio e agli uomini, l'agnello pasquale, segno della liberazione e della protezione di Dio, l'agnello offerto nei sacrifici del tempio. È nella luce della Pasqua che si svelerà in pienezza Gesù come il pastore-agnello che dona la vita per i suoi, al quale non viene spezzato alcun osso sulla croce (cfr. Gv 19, 35-37). Agnello che è donato da Dio, con un compito drammatico, quello di togliere il peccato del mondo; il verbo usato (airein), nella traduzione greca dell'AT, collegato al peccato, indica sempre la cancellazione, il perdono realizzato da Dio, ed in questo caso, oggetto di quest'azione di grazia non sono tanto i singoli peccati, ma il peccato del mondo, cioè, lo stato del mondo, separato da Dio, vera e profonda iniquità e menzogna, all'origine degli atti di peccato da parte degli uomini. Gesù è agnello santo, mediante il quale Dio stesso vince la potenza oscura del peccato e dà inizio ad una storia nuova, dentro i solchi, talvolta tragici e violenti, della storia umana, cosmica. Ora questa potente opera di liberazione e di ricreazione è strettamente legata all'identità profonda di Gesù, il suo essere Figlio di Dio, e al dono dello Spirito che lo inabita: Giovanni rende testimonianza della conoscenza che lui stesso ha ricevuto, per grazia, del mistero che si è compiuto nel battesimo al Giordano. L'evangelista non descrive l'evento, ma attraverso la parola del profeta, annuncia ciò che è accaduto: 'Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui'. Qui sta la sorgente della forza, apparentemente debole e impotente, di Gesù agnello di Dio, nel dono dello Spirito che pone in Cristo la sua dimora permanente, e che, a partire da Lui e dalla sua Pasqua, sarà effuso sui discepoli di ogni tempo, fino a noi; ricolmo dello Spirito, Gesù può battezzare in Spirito Santo, può immergere la nostra fragile umanità nella vita e nell'energia del suo Spirito, può togliere il peccato del mondo, con i suoi frutti amari nella vita dell'uomo. Così la testimonianza del Battista, consegnata per sempre nella parola del Vangelo, ci permette di entrare in una conoscenza profonda del mistero di Gesù e della sua opera di salvezza, che ora possiamo attingere nella vita e nei segni sacramentali della Chiesa, sposa e corpo dell'Agnello.

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