La parola
stampa

Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre

e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,

per mezzo del quale abbiamo la redenzione,

il perdono dei peccati.

Egli è immagine del Dio invisibile,

primogenito di tutta la creazione,

perché in lui furono create tutte le cose

nei cieli e sulla terra,

quelle visibili e quelle invisibili:

Troni, Dominazioni,

Principati e Potenze.

Tutte le cose sono state create

per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di tutte le cose

e tutte in lui sussistono.

 

Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.

Egli è principio,

primogenito di quelli che risorgono dai morti,

perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.

È piaciuto infatti a Dio

che abiti in lui tutta la pienezza

e che per mezzo di lui e in vista di lui

siano riconciliate tutte le cose,

avendo pacificato con il sangue della sua croce

sia le cose che stanno sulla terra,

sia quelle che stanno nei cieli. 

Cristo è il re del regno messianico, di cui il regno davidico teocratico dell'Antico Testamento è annuncio icastico. È il regno “dei santi nella luce” della Rivelazione e della Grazia, nel quale gli uomini sono “trasferiti” – come gli antichi re trasferivano nella loro patria i nuovi sudditi – per effetto della liberazione dal peccato compiuta da Cristo.

Paolo si attarda a considerare i titoli della regalità di Cristo, utilizzando un cantico, in cui la lirica scaturisce dallo splendore del pensiero.

Cristo è re, perché al di sopra di ogni creatura: eterno, trascendente, di natura divina. Anzi deve l'esistenza a Lui tutto il creato, senza alcuna eccezione: non c'è essere, visibile o invisibile, che non tragga origine da Lui.

Ma l'opera di Cristo non si è esaurita nella creazione: continua, giacché è da lui che le creature hanno sussistenza.

Cristo è pure il fine, lo scopo della creazione: tutto dev'essere “ricapitolato” in lui. Infatti Cristo è “il capo del corpo, cioè della Chiesa”: la sua presenza nel regno è vitale e vitalizzante, unificante e dominante.

Cristo è re, perché ha vinto la morte, mediante la risurrezione.

Cristo è re, perché ha riscattato dal peccato la creazione, che pertanto gli appartiene doppiamente. È in Cristo che le creature si riconciliano con Dio. Cristo dunque è re del regno di Dio per diritto di natura (le creature che ne partecipano sono sue), per diritto di costituzione (perché Egli ne è il fondatore), per diritto di conquista (perché è Lui che riscatta le creature “con il sangue della sua croce”) e perché è in Lui che si rivela l'amore di Dio e in Lui lo si attinge.

Fonte: Il Cittadino
Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento