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Mezzi della comunicazione sociale: a servizio delle ‘storie buone’

Si è celebrata domenica 24 maggio la 54a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

“Abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme”: parole di Papa Francesco nel messaggio per la 54a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali pubblicato alla fine di gennaio. Ancora non era scoppiata l’epidemia di coronavirus che ha sconvolto l’Italia e il mondo intero, ma sono parole che hanno qualcosa di profetico e che interpellano gli operatori delle comunicazioni sociali che hanno celebrato la Giornata Mondiale la scorsa domenica, 24 maggio. Narrare, raccontare e informare è una sfida per la comunicazione ancora più difficile in questo tempo incerto; lo è stato in particolare nei mesi scorsi, nei giorni dell’angoscia e dello sgomento di fronte alla fragilità della condizione umana nell’affrontare un nemico sconosciuto e crudele.

Qual è stato e quale deve essere ancora il ruolo della comunicazione in un momento storico come questo? Papa Francesco ha dedicato il suo messaggio al tema della narrazione indicando un preciso obiettivo: “…Abbiamo bisogno di una narrazione umana … una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza, che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”. Naturalmente inseguendo sempre la verità e non cadendo nel rischio di diffondere notizie non verificate o false. Gli operatori della comunicazione sono chiamati a una responsabilità etica ed educativa ancora più necessaria nell’affrontare momenti di crisi come quello attuale. Dice ancora Papa Francesco nel suo Messaggio: “Quante storie ci narcotizzano, convincendoci che per essere felici abbiamo continuamente bisogno di avere, di possedere, di consumare”.  I mezzi di comunicazione sociale a livello diocesano cercano proprio di trasmettere un’informazione affidabile, alla luce dei valori cristiani, nei singoli territori, creando un tessuto sociale fatto di rete e collaborazione. Nel territorio della Conferenza Episcopale Ligure, le voci diocesane sono variegate: oltre al nostro settimanale, le emittenti televisive Teleradiopace per Chiavari e Teleliguriasud per La Spezia; il settimanale Il Popolo di Tortona; il mensile Il Letimbro per Savona, la presenza di pagine diocesane su Avvenire per Albenga-Imperia e Ventimiglia-Sanremo. Questi, come tutti i mezzi di comunicazione ai tempi della pandemia, hanno dovuto in un certo senso reinventarsi, sfruttando al massimo la tecnologia, e mettersi ancora più al servizio delle persone per favorire quell’incontro e quel ‘tessuto vivo’ di cui parla il Papa e che l’isolamento forzato ha messo a dura prova. Pensiamo come la Messa celebrata dal Santo Padre a Santa Marta trasmessa in tv al mattino presto è diventata per molti un appuntamento quotidiano, così come la recita del Rosario da numerosi santuari del nostro paese. Indimenticabile la preghiera solitaria di Francesco per chiedere la fine della pandemia trasmessa da una piazza San Pietro suggestivamente deserta.

Anche la diocesi genovese, attraverso il lavoro dell’ufficio Comunicazioni Sociali e  de Il Cittadino, ha cercato di farsi prossima a tutta la città con l’impegno della trasmissione della S. Messa domenicale in televisione e sui siti diocesani; costretto a sospendere per alcune settimane la pubblicazione dell’edizione cartacea (mai accaduto nella sua lunga storia), il settimanale diocesano ha mantenuto viva l’informazione attraverso i siti  del giornale www.ilcittadino.ge.it e quello della diocesi www.chiesadigenova.it  con aggiornamenti quotidiani e l’invio di una newsletter settimanale ai propri utenti e lettori con il ‘riassunto’ dei fatti più importanti. Ripresa la pubblicazione dell’edizione cartacea, l’obiettivo della comunicazione diocesana rimane quello di essere strumento al servizio della verità e della comunione, forti anche dell’esperienza vissuta e dei mezzi che sono stati utilizzati in questi mesi, da valorizzare e potenziare ulteriormente. La comunicazione sociale va conosciuta e sostenuta perché strumento a servizio delle ‘storie buone’ auspicate dal Santo Padre di cui si ha più che mai bisogno per guardare avanti.

*Presidente Ucsi Liguria

Fonte: Il Cittadino
Mezzi della comunicazione sociale: a servizio delle ‘storie buone’
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