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Dal Popolo della Famiglia di Genova l'appello per le Scuole paritarie

La loro chiusura avrebbe pesanti conseguenze anche sulla scuola statale

Il Popolo della Famiglia di Genova denuncia il prevedibile affossamento delle scuole paritarie, con pesantissime conseguenze, se il Governo Conte non disporrà provvedimenti adeguati.

«Se le bozze del Decreto “Rilancio” (liquidità) non saranno modificate, chi non lo farà sappia che sta mettendo in gioco non solo la società e la cultura italiane, ma anche l’economia e la sopravvivenza della Nazione».

Chi lancia l’allarme è Suor Anna Monia, religiosa delle Marcelline, esperta in politiche scolastiche ed educative, membro della Consulta della pastorale scolastica e del Consiglio nazionale Scuola della CEI.

Il Popolo della Famiglia da tempo si fa carico della drammatica situazione rilevata da suor Monia e denuncia la linea del governo che non prevede alcun intervento in merito alla necessaria immissione di liquidità a favore delle scuole paritarie che, a causa della pandemia da Covid-19, rischiano una su due di chiudere a settembre.

Angelo Pintus, Presidente del circolo PdF di Genova, afferma: «Mentre Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, il 6 maggio in Parlamento ricordava la funzione sussidiaria delle scuole paritarie definendole “parte integrante del sistema nazionale di istruzione secondo quanto previsto dalle Legge 62/2000”, le bozze del Decreto Rilancio prevedono lo stanziamento di una somma ingente, più di 1 miliardo e mezzo, riservata alle sole scuole statali.

Gli unici stanziamenti che parrebbero essere previsti riguardano solamente le procedure necessarie per espletare gli esami di Stato e i servizi per l’infanzia e le materne.

Ammontare totale erogato, in previsione, dallo Stato italiano: 80 milioni, a cui vanno aggiunti solamente i 39,23 milioni per la “sanificazione” degli ambienti delle scuole dove si terranno gli Esami di Stato 2020.

Per la ripartenza delle attività didattiche, ipotizzabile per settembre, non è previsto un centesimo dal Governo per le paritarie, che saranno chiamate a continuare ad offrire il servizio scolastico a circa 900.000 alunne ed alunni».

Conclude Pintus: «Come non constatare un preciso orientamento, quello di chiudere le scuole cattoliche, meno disposte ad allinearsi ai diktat laicisti della scuola “fluid” del Terzo millennio?

Questo provvedimento si ritorcerà nell’immediato su famiglie segnate dall’aggravarsi delle condizioni economiche, sui gestori di scuole private che chiuderanno, sui dipendenti che verranno licenziati.

Problemi gravissimi verranno causati alla scuola statale, sulla quale si riverseranno gli studenti e i docenti delle scuole paritarie che a settembre non potranno riaprire, con un danno economico e culturale immenso».

Fonte: Il Cittadino
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