La corte

Regia di Christian Vincent. Interpreti principali: Fabrice Luchini (Michel Racine), Sisde Babett Knudsen (Ditte Lorensen Coteret), Eva Laillier (Anna Lorensen Coteret).

Michel Racine è un presidente di Corte d’Assise famoso nell’ambiente dei tribunali per la sua inflessibilità ed è chiamato il giudice “a due cifre”, poiché le sue condanne non sono mai inferiori ai dieci anni. Chiamato a giudicare un odioso caso di omicidio (la morte di una bambina piccola) Racine rivede tra i giurati una donna, un’infermiera che lo aveva accudito anni prima durante una degenza in ospedale e della quale si era innamorato, senza averlo mai rivelato. Da quel momento tutto cambierà nella vita del giudice.
Christien Vincent (classe 1955, regista di alcune opere tra le quali “La cuoca”) gira un film che sta a metà strada tra la commedia e il dramma. La storia si basa soprattutto sul protagonista, tanto “invisibile” nella vita privata, quanto incisivo nel mondo dei tribunali, un mondo al quale Vincent non è del tutto estraneo, essendo stato lui stesso un giurato. Proprio da questa esperienza ha tratto l’idea di un film ambientato nelle aule di giustizia dichiarando che “la corte è un po’ come un teatro con un pubblico, gli attori, la sceneggiatura e le quinte. Ma principalmente è il regno della parola, fondato essenzialmente sulla natura orale del dibattito…Quando il processo finisce, la verità a volte trionfa.” “La corte” è un film che pone più di un tema, perché da una parte tratta di un aspetto importante come quello della ricerca della verità, dall’altra - forse la parte più incisiva – della fragilità, della solitudine, dei sentimenti. Insomma il tribunale come palcoscenico in cui ognuno ha una sua parte. Per questo film Fabrice Luchini ha meritatamente vinto la Coppa Volpi alla 72° Mostra di Venezia.