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Siria: serve anche una soluzione politica

Le Nazioni Unite continuano ad assicurare alimenti, sanità, istruzione a milioni di siriani ogni mese

Siria: serve anche una soluzione politica

6,9 miliardi di euro, di cui 4,9 miliardi per il 2020 e due miliardi di impegni pluriennali per il 2021 e oltre". Questo ha assicurato l'Unione europea alla quarta conferenza di Bruxelles 'Sostenere il futuro della Siria e della regione', co-presieduta dall'Ue e dalle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite continuano ad assicurare alimenti, sanità, istruzione a milioni di siriani ogni mese. Ci sono anche programmi di assistenza psicologica per quanti hanno subito traumi o di aiuto giuridico. Da qui l’appello a tutti i partecipanti alla conferenza a “non soltanto rinnovare ma anche rafforzare l'impegno economico e finanziario per il popolo siriano e per i Paesi che ospitano i rifugiati". L’obiettivo è quello di “continuare a sostenere la Siria in modo che possa riprendere il proprio posto nella comunità internazionale".

Dopo quasi 10 anni di guerra, il livello di sofferenza continua ad essere allarmante, centinaia di migliaia di persone sono state uccise, più di 12 milioni di siriani sono sfollati, 9 milioni vivono in povertà e l'impatto economico del Covid-19 ha portato ad un raddoppiamento dei prezzi del cibo. Una terribile guerra che ha causato la peggiore crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale.

La crisi in Siria, scoppiata il 15 marzo 2011 con le prime dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale, si inserisce nel contesto più ampio della cosiddetta Primavera araba e si sviluppa in rivolte su scala nazionale. Il 15 luglio 2012 s’impone l’accezione di “guerra civile” dopo che, per descrivere la crisi siriana, il Comitato internazionale della Croce Rossa parla di un “conflitto armato non internazionale”. Difficile dare definizioni, dopo anni di eccidi e dopo il dilagare, tra Siria e Iraq, del cosiddetto Califfato del sedicente Stato islamico (Is) e l’intervento della Russia, degli Stati Uniti, della Turchia sul campo oltre che di altri attori regionali, come l’impegno delle forze curde contro l’Is e la partecipazione dell’Iran ai colloqui di pace ad Astana, in Kazakistan, in parallelo a quelli dell’Onu a Ginevra. Progressivamente gli Stati Uniti hanno fatto passi indietro e sostanzialmente ora una soluzione politica potrebbe arrivare da un accordo tra Turchia e Russia con l'appoggio dell'Iran. In ogni caso, nelle guerre civili è sempre molto difficile, sottolinea Colombo, capire come intervenire in termini di diritto internazionale e di Nazioni Unite.

Fonte: Il Cittadino
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