Genova e Liguria
stampa

“Terzo valico”, da dove le risorse?

Fondi trasferiti al Ponte sullo Stretto 

“Terzo valico”, da dove le risorse?

Le previsioni d'autunno della Commissione europea confermano che nell'Unione nel 2023 la crescita si fermerà allo 0,6%, contro le ultime previsioni che si attestavano allo 0,8% mentre in Italia il Pil quest'anno salirà dello 0,7% e nel 2024 scenderà sotto l'1% compromettendo la struttura stessa della manovra economica nel paese che cresce meno nell'Eurozona dopo la Germania.

L'Europa non riesce ad uscire dalla stagnazione, con l'eccezione la Spagna che riesce a raggiungere un incremento del Pil del 2%, e la Commissione stima che l'inflazione nell'Ue dovrebbe calare al 6,5% nel 2023 ed al 3,5 nel 2024 mentre nel nostro paese dovrebbe fermarsi al 6,1% quest'anno ed al 2,7 il prossimo.

Il documento della Commissione evidenzia anche che per il nostro paese il crollo del Pil nel secondo trimestre è dovuto soprattutto al congelamento del "Superbonus edilizio" confermando l'assoluta follia di una norma nata per gonfiare artificiosamente la crescita del Pil ma destinata a lasciare sulle spalle delle nuove generazioni altri 200 miliardi di euro di debito pubblico in più senza aver risolto nessun problema strutturale dell'Italia.

L'Ufficio parlamentare di bilancio lancia l'allarme per una manovra fatta in deficit ed in ritardo sugli investimenti, che sono l'unico volano per la crescita, con "interventi temporanei e frammentati" secondo "un'ottica di breve periodo".

Lilia Cavallari, presidente dell'Upb, ricorda: "Il Pil non si espande da un anno e sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l'anno prossimo" con la crescita prevista dall'esecutivo guidato da Giorgia Meloni dell'1,2% che potrebbe essere raggiunta solo portando a termine tutti gli investimenti previsti nel Pnrr che comunque già ora riesce ad imprimere una spinta alla crescita del Pil che scende "a 2,3 punti al 2026 contro i 3,4 indicato dal governo".

Bankitalia ha lanciato l'allarme sul debito pubblico che non scende e diventa un "elemento di vulnerabilità" mentre la Corte dei Conti ha confermato che la tenuta del welfare è a rischio con "il pericolo di non mantenere la qualità dei servizi rischiando di vanificare, specie per le fasce più deboli, l'effetto dei benefici monetari".

La Corte ha poi ribadito che nella sanità l'aumento delle "risorse" è "insufficiente" a bilanciare i costi crescenti costringendo oltre il 40% della popolazione a rivolgersi alla sanità privata per evitare lunghe liste di attesa e poter accedere alle cure di cui spesso i cittadini non possono fare a meno.

Il ministero del Tesoro per evitare il solito assalto alla diligenza da parte dei partiti ha chiarito che non c'è spazio per alcuna modifica che possa richiedere una copertura e che i saldi della legge di bilancio devono restare invariati per non aggravare una situazione economica e finanziaria che peggiora ogni giorno e che mette sempre più a rischio il raggiungimento degli obbiettivi fissati nel Pnrr come sta accadendo in Liguria con il "Terzo valico" che rischia di fermare ancora una volta i lavori, dopo aver accertato che le opere non avrebbero potuto essere terminate in nessun caso entro la fine del 2026, e che per essere completato ha ancora bisogno di 3,5 miliardi di euro con gli scavi che non stanno procedendo al ritmo inizialmente ipotizzato. Nel folle sistema in vigore nel nostro paese il governo sta tentando di mettere in campo l'ennesima soluzione di facciata che finirà comunque per ritardare la fine di un'opera, indispensabile per la Liguria e che nella migliore delle ipotesi potrà essere utilizzata a pieno regime solo nel 2030, trasferendo i fondi destinati al Terzo valico al Ponte sullo Stretto di Messina sostituendoli con quelli già assegnati alla linea ferroviaria ad alta velocità "Napoli-Bari".

In Italia la produttività è a zero da un quarto di secolo, o per essere più precisi l'Istat conferma una decrescita dello 0,1%, e le retribuzioni sono anch'esse sotto la media europea che uno studio di Barclays ha stimato al 4,5 % contro una crescita tra il 5 e l'8 % in Austria, Belgio, Olanda e Portogallo confermando come la mancanza di una politica strategica da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni abbia portato all'assurdo risultato di avere una popolazione attiva che cerca di lavorare e produrre il meno possibile con salari sempre più bassi che non le permettono neppure di vivere dignitosamente creando un esercito di milioni di lavoratori poveri .

Fonte: Il Cittadino
“Terzo valico”, da dove le risorse?
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento