Genova e Liguria
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Agenzia per la famiglia, un sostegno al progetto educativo

Intervista alla Direttrice Simonetta Saveri

Agenzia per la famiglia, un sostegno al progetto educativo

Abbiamo incontrato Simonetta Saveri, responsabile dell’Agenzia per la Famiglia del Comune di Genova, per parlare insieme della nascita, dello sviluppo e del futuro di questa realtà nata da circa un anno e mezzo fa.

L’Agenzia per la famiglia è stata istituita nel dicembre 2017; come è nata e in risposta a quali esigenze?

Il Forum nazionale delle associazioni famigliari da anni proponeva ai comuni la costituzione di un’agenzia che si occupasse di politiche famigliari.

Il progetto rientrava nella campagna elettorale di Marco Bucci che in effetti, a pochi mesi dal suo insediamento, mi ha nominato responsabile dell’agenzia, con l’obiettivo di costruirla da zero. Il 6 dicembre 2017 abbiamo convocato una conferenza stampa in cui ho assunto ufficialmente l’incarico e da lì ho iniziato tutte le pratiche per costruire l’agenzia, a partire dall’individuazione di una sede che siamo riusciti ad avere a Palazzo Tursi.

Ci tenevo molto che la sua sede fosse nel cuore della città: mi piaceva l’idea che le politiche famigliari fossero al centro del Comune e quindi anche della sua amministrazione. Abbiamo quindi costituito una rete di lavoro e di volontari intorno all’agenzia per iniziare a progettare insieme gli eventi futuri.

Quando avete iniziato, praticamente da zero, quali obiettivi vi siete dati e quali interlocutori avete cercato?

L’obiettivo era prima di tutto fare una piccola rivoluzione culturale per rimettere al centro del dibattito pubblico il tema della famiglia, delle relazioni personali, dello stare insieme contro la solitudine dilagante.

Ricreare quindi le relazioni, contro una società che ci vuole sempre più individualisti ed egoisti: questo sicuramente fa bene ai consumi, ma non fa bene alle persone. Si trattava innanzitutto di un obiettivo culturale.

Altri obiettivi erano invece indicati dal Forum Nazionale delle associazioni famigliari: prima di tutto introdurre il ‘fattore famiglia’ nei servizi del comune.

Su questo tema abbiamo organizzato un convegno con relatori esterni in cui abbiamo invitato tutta la ‘macchina comunale’, in modo da capire che cosa é il fattore famiglia, che non è altro un’integrazione dell’ISEE che tenga conto del numero dei figli e della presenza o meno di figli con disabilità all’interno del nucleo famigliare.

Lo studio di fattibilità su questo tema sta andando avanti. Ci siamo appoggiati alle tante associazioni presenti sul territorio che si occupano di famiglia e educazione; da qui l’idea di organizzare gli ‘Stati generali dell’educazione’ e di ascoltare quelle 140 realtà che si erano presentate nei due giorni di ascolto che ci sono serviti per capire che cosa offriva già il territorio, quali erano le risorse e le prospettive per iniziare un cammino.

Da lì è iniziato un lavoro che continua anche adesso: ci sono tre gruppi di lavoro nati dagli stati generali (30 persone ogni gruppo) che lavorano su tre temi: educazione civica e doposcuola; sport e città a misura di bambino; auto mutuo aiuto e relazioni famigliari. Un gruppo ha già presentato un progetto operativo di educazione civica e scuola.

In tre settimane le scuole di ogni ordine e grado sono invitati a fare dei gesti concreti sul tema della solidarietà: dopo la raccolta di alimenti e prodotti di igiene personale, la seconda settimana è quella del bene comune.

I ragazzi sono invitati a pulire alcune zone della città; nella terza settimana tema chiave è quello del rapporto intergenerazionale, con l’invito a trascorrere un po’ di tempo con gli anziani, confrontandosi e imparando da loro.

Come vive la famiglia oggi a Genova? Quali sono le mancanze a cui far fronte e quali i punti di forza della nostra città?

Le mancanze delle famiglie a Genova sono le stesse che si vivono più in generale in Italia che ha pochissime politiche famigliari; è di oggi il dibattito sul desiderio della concretezza, le famiglie reali sono stanche delle parole e vorrebbero solo essere aiutate.

La loro responsabilità e il loro coraggio deve essere riconosciuta dal paese.

Le risorse sono quelle della forza della famiglia, essere famiglia crea relazione, solidarietà, nonostante i conflitti che si possono creare, in famiglia ci si aiuta e questo è fondamentale. La società deve riconoscerlo.

Quali iniziative avete già realizzato e quali sulle quali state lavorando?

Gli Stati Generali dell’educazione ci hanno fatto capire che ci sono tantissime risorse sul territorio: su questo bisogna puntare. Non immaginavamo ci fossero così tante persone che si occupano di famiglia e educazione; sono realtà che spesso agiscono in silenzio e che sono poco conosciute. La prima cosa che ci hanno chiesto è dare loro visibilità.

Spesso vengono organizzati eventi e appuntamenti molto utili per la famiglia, ma non si conoscono.

Siamo orgogliosi del fatto di aver creato tantissimi incontri, tra le varie associazioni, tra i cittadini e le istituzioni, incontri anche tra autorità che hanno a cuore l’educazione; siamo molto orgogliosi del tavolo della autorità sul tema dell’educazione, nato negli stati generali. C’era stata una tavola rotonda con tutte le autorità presenti; è emerso il desiderio di renderla stabile. Così è stato, abbiamo fatto un primo incontro e ho visto davvero una grande passione educativa, che non si trova facilmente. Un cosa nuova i fatto che le autorità si mettano intorno a una tavolo a parlare di temi educativi. Una novità molto positiva.

Siamo riusciti a organizzare il ‘kit’ per i nuovi nati che vuole essere un piccolo gesto di attenzione del Comune verso chi inizia la sua vita a Genova e gli incontri ‘I primi mille giorni’ su varie tematiche legate alla vita del bambino da 0 a 3 anni e che stanno riscuotendo una grande adesione, segno che rispondono a un’esigenza della famiglia.

Assistiamo oggi a un attacco all’istituzione famigliare su vari fronti: come si può affermare il valore della famiglia senza cadere in facili strumentalizzazioni politiche e senza rischiare di creare sterili contrapposizioni?

Il valore della famiglia è la bellezza delle relazioni; questo paese deve puntare sulla famiglia non solo perché è un fattore economico. Bisogna affermare che è bello essere famiglia; è arricchente e dà senso alla vita.

Puntare sulla bellezza delle relazioni famigliare deve andare al di là di ogni battaglia ideologica.

Per contro bisogna però pretendere la concretezza.

Fonte: Il Cittadino
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