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Festival Biblico. Agape, perchè è un argomento attuale e necessario

Tre giorni per approfondire il libro dei libri con incontri e conferenze

Festival Biblico. Agape, perchè è un argomento attuale e necessario

Dal 19 al 21 aprile si svolgerà, per la prima volta nella nostra città, il Festival Biblico, evento nato presso la Diocesi di Vicenza vent’anni fa e ampliatosi in altre realtà italiane. Vi è un duplice tema che sottostà allo svolgimento della manifestazione: la Bibbia, come Biblioteca di libri e parole che si illuminano reciprocamente, e l’agape, scelto come denominatore comune dell’esperienza umana e del manifestarsi divino.
Il termine agape è oggi poco usato e in prima reazione non genera particolari afflati, eppure è un vocabolo di grande, grandissima tradizione spirituale, in specie cristiana.
L’agape è un tentativo, con linguaggio umano, di dire l’amore bello. Intendo l’agire amorevole che riesce a far fiorire tutta la pienezza e straordinarietà della persona, e che pertanto, genera a sua volta amore, bellezza, pace, giustizia, misericordia, armonia, rispetto.
Il testo biblico di riferimento, e che sarà occasione di un approfondimento di alto livello durante l’incontro di sabato 20 mattina, con esegeti quali mons. Ambrogio Spreafico, don Paolo Costa e don Claudio Doglio, è 1Gv 4,7-21, la prima lettera di Giovanni al capitolo quattro.

Nei tre giorni, il tema di agape sarà sviluppato in un ricco programma di incontri e conferenze.
Partiamo da quella espressione che è vertice nel Nuovo Testamento e che è un dono per tutta l’umanità: Dio è amore.
Per la struttura della grammatica greca, nella quale è scritto il testo, dicono gli studiosi, non possiamo invertire gli elementi, ovvero dire che l’amore è Dio, ma specificatamente che Dio è l’amore generante, che ama e dona vita, che crea, che perdona. Dio è questa fonte che permette all’autore della lettera di invitare ad amarsi gli uni gli altri.
Non è un atto di volontà privo di spinta, anzi, è l’amore pervasivo di Dio che si manifesta in ogni gesto di amore per cui, amati, siamo invitati, stimolati, aiutati, ad amare.
L’amore infatti è da Dio; chi ama, prosegue sempre il testo, conosce Dio il quale nessuno ha mai visto. Ecco, spesso speriamo e desideriamo l’esperienza quasi visiva di Dio, ebbene il brano biblico ci offre la consapevolezza che amando si conosce Dio.
L’agape è il vocabolo con il quale descriviamo questo processo divino di abbondanza di amore creativo, che feconda il creato e lo spinge a realizzarsi nell’amore, nella bellezza, nell’armonia tra persone umane, natura, universo. L’amore di agape è un amore liberante e bello.
Nelle nostre vite, quotidianamente, viviamo l’amore parziale, molte volte straordinario e appagante ma altre volte scomposto ed in alcuni casi addirittura delittuoso: egoismi, cupi desideri di possesso dell’altro o addirittura odio per la diversità, discriminazione fino alla violenza.
A queste dinamiche di male Dio-Amore contrappone la spinta costante e fragile dell’agape che tuttavia non si impone ma si pone, si oppone a logiche disumanizzanti, si offre nella sua caducità: “Dio è impotente e debole nel mondo e così, soltanto così, rimane con noi e ci aiuta” scriveva nel luglio del 1944 il carcerato Dietrich Bonhoeffer. L’agape è dunque una bellezza fragile e delicata perché ogni vero amore è fragile.
L’amore di agape è quindi l’amore della croce, sconfitto e giudicato, ma è un amore generante, che non percorre le strade del narcisismo, neanche quello spirituale, è l’amore bello, perché sempre amore, sempre pronto ad andare oltre, a vivere l’infinitamente piccolo e anelare all’infinitamente grande.
L’amore di agape è sì espresso nella Bibbia, nel Nuovo Testamento, è sì Parola di Dio, ma si incarna in ogni vera, sincera, bella, fragile ed incompleta azione d’amore umano.
L’amore di agape non costringe, promuove, non discrimina, ricerca la verità in ogni essere vivente, in ogni storia, in ogni tentativo sincero di vita. L’amore di agape non giudica, indica, suggerisce, stimola, promuove, aiuta.
Se vogliamo, tale amore si è concretizzato in pienezza nella vicenda di Gesù, nella sua storia, nelle sue giornate, nelle sue gioie, nella sua passione e nella sua morte.
Tale amore-agape vince la morte.

Marco Gaetano
Teologo
Delegato per l’Apostolato Biblico Diocesi di Genova

Fonte: Il Cittadino
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