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Catechesi nell'arte - Natività rappresentata

Lunga tradizione presepistica anche a Genova

Catechesi nell'arte - Natività rappresentata

La parola presepe deriva dal latino praesaepe ed è formata dai vocaboli prae (davanti) e saeps (siepe). Il significato letterale è dunque “davanti alla siepe” e, per, estensione ha cominciato a indicare anche la stalla oppure la mangiatoia posta in una stalla. In particolare secondo il Vangelo di Luca (2, 6-16), la mangiatoia ove fu deposto Gesù alla sua nascita, e insieme la grotta in cui essa si trovava: in poveri Panni il Figliol compose, E nell’umil presepio Soavemente il pose (Manzoni). Ai giorni nostri il termine presepe indica la descrizione scenografica e re dimensioni della Natività di Betlemme.
L’inventore del presepe è il celebre San Francesco d’Assisi che per primo lo realizzò nel 1223 a Greccio. La notte e la celebrazione liturgica furono illuminate da fiaccole e dentro la grotta fu posta una greppia (mangiatoia) riempita di paglia, con accanto un asino e un bue.
La prima raffigurazione scultorea del Presepe la dobbiamo ad Arnolfo di Cambio, che la realizzò in marmo nel 1291-1292 per fare da cornice alla reliquia della Sacra Culla di Gesù conservata nella Basilica di Santa Maria Maggiore e collocato nel 1590 da Domenico Fontana nella Cappella Sistina voluta da Sisto V. Anni fa il Presepe di Arnolfo, dopo essere stato smurato dal piccolissimo ambiente ipogeo è stato restaurato e collocato provvisoriamente nel Museo della Basilica Liberiana.
Il Presepe è posizionato nella Cappella Sistina (detta anche del SS. Sacramento o della Natività).
A Genova le rappresentazioni presepiali sono tra le più prestigiose d'Italia per la pregevolezza dei materiali utilizzati per realizzare sia le figurine che i paesaggi: carta pesta, legno, ceramica e preziose stoffe.
Si ha notizia di un primo significativo presepe costruito nel XVII secolo nella chiesa di San Giorgio a cura della Compagnia del Presepio di Santa Maria di Castello che si avvaleva della collaborazione dell'intagliatore di legno Matteo Castellino.
Nel secolo successivo la tradizione del presepe si rafforzò, alimentata dalle copiose abili botteghe artigianali del centro storico.
Nel solco di questa tradizione, nel Santuario della Madonnetta (Nostra Signora di Carbonara), raggiungibile con la funicolare del Righi, venne realizzata una straordinaria ricostruzione della città dell'epoca che fa da sfondo alla nascita di Gesù Bambino. La composizione, di carattere permanente, comprende circa 100 statuine scolpite nel legno da grandi artisti del settore quali, come ad esempio il Maragliano.
Anton Maria Maragliano (1664-1749), si erge fra i più apprezzati e rinomati scultori italiani del legno di tutti i tempi, un'arte perlopiù sviluppata ancora oggi nell'Italia del nord-est. La sua bottega artigiana, che produceva anche mobili pregiati, era nell'attuale via XX settembre, allora periferia cittadina, nei pressi dell'originaria chiesa del Rimedio (ora in piazza Alimonda). Le vesti sono le più raffinate della tradizione ligure: damaschi di Zoagli e di Lorsica e velluti di Chiavari. Pregevole e lussuoso è poi il presepe di Palazzo Rosso, allestito con le statuine e le coreografie settecentesche della famiglia Brignole Sale. Ma la rappresentazione della “Natività” è anche insolita.
Ne sono un esempio le due “Natività” che troviamo scolpite in due altari laterali: uno sotto la mensa dell’altare della famiglia Raggio, nella chiesa del Gesù, scolpito attorno al 1623 da Tomaso Orsolino, l’altro si trova nella chiesa della Maddalena.

Il presepe di Tomaso Orsolino infatti non è eseguito né in legno, né in terracotta, ma in marmo ed è di dimensioni monumentali e ancora oggi è una sorpresa per tutti coloro che ancor oggi lo ammirano, ma ancora di più lo era nei secoli passati quando, tenuto coperto da un paliotto in stoffa, veniva mostrato a tutti i fedeli solo in occasione del Natale. In lontananza, alberi e un panorama distante, un giovane pastorello si avvicina verso il luogo dove è nato il Figlio di Dio. A Gesù portano doni, lo salutano anche le creature della terra e del cielo, c’è un uccellino posato su un ramo. Le mani incrociate sul petto, lo sguardo umile e devoto, un uomo è in ginocchio davanti al Redentore. E c’è un angelo che sovrasta la culla di questo Bambino venuto al mondo per la salvezza del mondo. Inizia così il cammino terreno del Cristo, tra il bue e l’asinello.

Nella chiesa di Santa Maria della Maddalena vi è un altro presepe marmoreo simile a quello, più noto, della chiesa del Gesù. Nel paliotto della mensa lo scultore immortala S. Paola mentre s'inginocchia in adorazione del Bambino. I personaggi scolpiti con mirabile maestria, oltre alla santa i putti e gli angioletti ai lati, raffigurano una modesta Maria mentre rivela Gesù Bambino e sembra quasi accecata dalla Luce che porta nell’umanità, mentre Giuseppe, sul lato destro, è disposto in adorazione con l’attributo che lo caratterizza, la verga fiorita, come sposo prescelto per aiutare la Madre di Dio. Un altro bellissimo “Presepe” scolpito tra il 1627 e il 1628, attribuito a Tomaso Orsolino decorava l’altare nella chiesa dell’Ospedale di Pammatone, ora è conservato all’Ospedale San Martino.

Ilaria Brigati

Nella foto: Tomaso Orsolino, Natività Chiesa del Gesù

Fonte: Il Cittadino
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