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Paolo VI e Mons. Romero: due vite donate alla Chiesa

Saranno proclamati Santi domenica 14 ottobre in Piazza San Pietro

Paolo VI e Mons. Romero: due vite donate alla Chiesa

Saranno circa 70 mila le persone che domenica 14 ottobre saranno presenti in Piazza San Pietro alla Messa di canonizzazione di sette nuovi Santi. Tra loro Papa Paolo VI e l’arcivescovo di San Salvador mons. Oscar Arnulfo Romero.

Papa Montini sia Romero sono uomini che hanno dato tutto per la Chiesa e sono stati il riflesso della luce di Cristo. Così li hanno descritti il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e il cardinale Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare di San Salvador.

Raccontando la figura di Paolo VI, il cardinale Becciu si è soffermato su alcune peculiarità di Montini come l’amore per la preghiera e la sua umiltà "non artificiosa ma connaturale” che si esprimeva nel tipico gesto dell’inchinarsi, baciando la terra. “La sua vita – ha detto – fu un dono a Dio e alla Chiesa perché la sua carità nasceva dal cuore, dalla predisposizione dell’anima”.

Paolo VI portò avanti il Concilio Vaticano II, visse aperte contestazioni soprattutto dopo la pubblicazione dell’enciclica Humanae Vitae, “con quest’ultima - ha evidenziato il prefetto Becciu - sapeva di diventare impopolare ma lui rispondeva alla sua coscienza e non cercava l’applauso. Metteva sempre al primo posto Dio, la sua coscienza e la Chiesa”. Una luce che nonostante le oscillazioni della storia non si spegnerà mai più.

Dopo aver presentato brevemente gli altri prossimi Santi, la parola è andata al vescovo ausiliare di San Salvador, il cardinale Gregorio Rosa Chávez, che ha ricordato i tanti avvenimenti in programma anche a Roma per ricordare mons. Oscar Romero. Moltissime le persone che parteciperanno alla Messa di canonizzazione, cinquemila connazionali, più altri duemila che arriveranno da tante parti del mondo. “Uomo timido, timidissimo - ha affermato il porporato - ma anche un perfezionista che più volte aveva indicato la conversione del cuore come unico cammino per la riconciliazione del Paese”.

Ad oggi ancora non è noto il nome del killer che lo uccise il 24 marzo 1980 a San Salvador. “Romero era stato avvisato – ha affermato – e lui ha offerto a Dio la sua sofferenza”.

È stato confermato che Paolo VI resterà sepolto nelle Grotte Vaticane perché nel suo testamento diceva di voler restare “nella terra nuda”.

Fonte: Il Cittadino
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