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Convegno Annuale dei Vescovi Orientali Cattolici in Europa: “Siamo tutti cattolici ed europei"

L'indirizzo di saluto del Card. Angelo Bagnasco

Convegno Annuale dei Vescovi Orientali Cattolici in Europa:  “Siamo tutti cattolici ed europei"

Giovedì 14 giugno si è aperto a Lungro (Calabria) il Convegno Annuale dei Vescovi Orientali Cattolici in Europa.

Durante il Solenne Vespero Pontificale in rito bizantino, nella cattedrale eparchiale di San Nicola di Mira, alla presenza Mons. Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Italia, di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuv, Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, e di una quarantina tra metropoliti, vescovi ed esarchi delle Chiesa Cattoliche Orientali in Europa, oltre ai Vescovi della Conferenza Episcopale Calabra e di un grande numero di sacerdoti e fedeli provenienti da tutte le parrocchie dell'Eparchia, il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa e il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, hanno rivolto un indirizzo di saluto.

“Le Chiese Cattoliche Orientali in Europa, specialmente quelle che hanno sofferto le terribili persecuzioni dei regimi comunisti, sono una grande testimonianza per tutta la Chiesa Cattolica che ha bisogno di respirare a ‘due polmoni’”, ha detto il Card. Bagnasco. Ricordando che “siamo tutti cattolici ed europei, diversi nel modo di vivere e di celebrare la nostra fede e, comunque, uniti in una sola Chiesa”, il card. Bagnasco si è detto “lieto che in Europa la vicinanza affettiva ed effettiva delle diverse Chiese sia una realtà crescente”. Riflettendo sul “momento così decisivo per il nostro continente”, Bagnasco ne ha sottolineato “un senso di distrazione e di smarrimento circa il senso ultimo della vita” e per questo ha chiesto ai vescovi cattolici “una fede più appassionata per Cristo, per la Verità rivelata, per i popoli che ci sono affidati”. Il porporato ha richiamato “l’amore per l’Europa non in modo nostalgico, come se si volesse tornare al passato, e neppure in modo ideologico, come se il cristianesimo fosse una religione civile”.

Infatti, “nonostante il secolarismo”, ha sottolineato il presidente dei vescovi europei, “scorgiamo segni dell’alba: sono i segni di un risveglio della coscienza del bisogno di Dio, dello spirito”, del “desiderio di una nuova proposta di vita che non guardi soltanto i beni materiali, i risultati immediati, il successo”.

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