Chiesa e mondo
stampa

Cristiani di Siria, Libano e Palestina, una lenta agonia

Iniziative di Aiuto alla Chiesa che soffre anche a Gaza - Come contribuire

Cristiani di Siria, Libano e Palestina, una lenta agonia

In Medio Oriente i cristiani vivono in condizioni peggiori rispetto a quelle sperimentate durante l’occupazione dell’ISIS. Questo peggioramento è particolarmente marcato in Siria, nazione in cui, nel giro di un decennio, il numero di cristiani è crollato da 1,5 milioni ai circa 500.000 attuali.

In assenza di sicurezza, la spinta ad abbandonare la Siria resta quasi irresistibile. Il desiderio di andarsene viene inoltre amplificato da un contesto culturale che rimane avverso ai cristiani, i quali sono trattati come cittadini di seconda classe e discriminati nella vita sociale, sia a scuola sia sul posto di lavoro.

Il capo della Chiesa cattolica melchita di Siria, il Patriarca Youssef Absi, in un colloquio con la Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ha spiegato che è sempre più difficile dare speranza ai cristiani, soprattutto ai giovani: «Molti di loro sono disperati, non hanno più fiducia nelle istituzioni. Ecco perché se ne vanno. Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare i nostri fedeli, per fornire loro i servizi essenziali, ma non possiamo sostituire i governi. Senza supporto non possiamo più convincerli a restare».

Questa minaccia esistenziale si estende a Israele e Palestina. I continui attacchi da parte di gruppi militanti ortodossi hanno portato i leader della Chiesa a parlare di un tentativo sistematico di allontanare la comunità cristiana da Gerusalemme e da altre aree della Terra Santa. Il Patriarca di Gerusalemme dei latini, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha recentemente sottolineato come in Israele ci siano circa 130.000 cristiani arabi autoctoni, mentre in Palestina sono inferiori a 50.000 unità. Mentre il numero di cristiani in Israele è percentualmente stabile, in Palestina il declino è lento ma continuo.
Questo era il quadro fino alla mattina del 7 ottobre scorso, quando Hamas ha sferrato il brutale attacco a Israele, determinando uno sconvolgimento i cui effetti a medio-lungo termine sono del tutto imprevedibili.

Delle iniziative di Natale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, una riguarda un’iniziativa di ricostruzione di aule scolastiche gestite da suore a Gaza. È stata scelta prima della drammatica crisi innescata da Hamas, quando non era prevedibile lo scenario di distruzione che è ora sotto gli occhi sgomenti di ognuno di noi. Ovviamente Aiuto alla Chiesa che Soffre, appena le condizioni lo consentiranno, non verrà meno all’impegno assunto con le Sorelle.

Per sostenere le iniziative di Aiuto alla Chiesa che Soffre a sostegno dei Cristiani perseguitati in varie parti del mondo, è possibile visitare il sito dedicato.

Fonte: Il Cittadino
Cristiani di Siria, Libano e Palestina, una lenta agonia
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento