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Rispettare le scelte liberamente espresse dagli elettori

Dopo alcune dichiarazioni di Jean-Claude Juncker

Rispettare le scelte liberamente espresse dagli elettori

In occasione di un recente convegno a Bruxelles il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker ha pronunciato parole molto pericolose per il nostro Paese affermando che "C'è un inizio di marzo importante per l'Unione, avremo il referendum in Germania e le elezioni italiane. Sono più preoccupato per l'esito di quest'ultime.

Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un governo non operativo in Italia" aggiungendo anche che questa situazione, unitamente alle incertezze del governo spagnolo e ad un voto negativo dei socialdemocratici sull'alleanza con la Merkel, potrebbe dar vita "a una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo".

Queste parole hanno suscitato un'ovvia immediata reazione nel nostro paese e un forte scossone all'andamento dei valori della Borsa alle quali è seguita una "retromarcia" dello stesso Juncker che, come tante altre volte successo, ha precisato che "Qualunque sarà l'esito elettorale sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa". Questo comportamento apparentemente schizofrenico ,perchè se anche ormai siamo abituati a continue  dichiarazioni e dopo pochi minuti alle relative "retromarce" non esiste altro termine per definire un modo di procedere che continua senza tregua a causare danni ai cittadini ed alle famiglie, in realtà nasconde quello che i vertici della Commissione vogliono per il nostro paese e cioè un governo forte e stabile, a trazione moderata,  di centro con gli estremi esclusi e per ottenere questo risultato viene intensificata un'azione di pressione ed interferenza che giovedì ci è costata una chiusura della Borsa in forte flessione con un - 0,84 % ed uno spread con il Bund tedesco salito a 134 punti e che sta continuando con le ipotesi ,più o meno velate, che vengono fatte filtrare dagli uffici della Commissione per esercitare una "moral suasion" minacciando una manovra bis se la formazione di un nuovo governo non fosse immediata.

 A questa azione da parte di attori comunitari si affiancano anche le recenti dichiarazioni del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano basate su un discorso scritto e quindi pesato in occasione della cerimonia di consegna del premo Ispi in ricordo di Boris Biancheri , che non lasciano spazio ad interpretazioni, e che sottolineano che "Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo , e non solo nel breve periodo, della governabilità e della stabilità politica dell'Italia" e che in questo modo indica Paolo Gentiloni come il candidato più adatto a guidare il paese dopo le elezioni del 4 Marzo.

Negli stessi giorni il presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi in occasione della relazione sull'attività annuale ha affermato con forza che "l'astensionismo dal voto non è accettabile sul pianto etico e sociale" ,ed è doveroso aggiungere anche su quello morale, sottolineando poi che "votare è un dovere del cittadino" e partendo da questo chiaro principio è però necessario ricordare a tutte le autorità politiche e amministrative che è altrettanto doveroso rispettare la volontà degli elettori e non cercare di piegarla alle decisioni ed alle idee di chi ,a vario titolo, ha in mano le leve del potere.

Il concetto stesso di democrazia e del relativo dovere per ogni cittadino di andare a votare, anche per il doveroso rispetto verso tanti italiani che hanno sacrificato la loto vita per permetterci di esercitare oggi questo diritto senza costrizioni ed in piena libertà, impone anche il pieno ed incondizionato rispetto del risultato delle scelte dei cittadini in occasione delle elezioni. Non può esistere un "humus" in cui alcuni oligarchi, che si ritengono "migliori" e i più adatti a guidare il popolo, cerchino di forzare quelle che sono state libere scelte elettorali con forme di pressione specialmente di carattere economico per far si che a governare non siano le forze che hanno ottenuto il maggior consenso elettorale ma quelle da loro considerate "più adatte".

 Una democrazia funziona se rispetta scrupolosamente le decisioni dei cittadini altrimenti degenera in una forma di "democrazia autoritaria", tanto cara a tanti regimi che hanno funestato il ventesimo secolo, che non può produrre mai buoni risultati e crescita per la popolazione ma nel migliore dei casi un trascinarsi in avanti di uno "status quo" che ha dimostrato di dimenticare le fasce più deboli della popolazione ed in particolare tante famiglie in difficoltà. Non è più tollerabile che le scelte dei cittadini vengano preventivamente ipotecate e manipolate con campagne organizzate per creare da un lato tensione e paura sul futuro e dall'altro proporre ogni volta "l'uomo della provvidenza" che in quanto tale rappresenta un pericolo e una distorsione della democrazia.

E' necessario che chi vincerà questa tornata elettorale possa governare in serenità, senza essere premuto dai poteri forti della Commissione EU e nazionali che con le loro interferenze hanno già causato tanti danni al nostro paese, e cercare di raggiungere obbiettivi che siano finalizzati al miglioramento della qualità della vita di chi ha più bisogno focalizzandosi in particolare sulle problematiche dei giovani, in particolare su quella della disoccupazione, e delle famiglie in difficoltà.

Fonte: Il Cittadino
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