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Pericolo Italia: le pressioni dell'Europa per il nuovo Governo

Si consolida l'asse franco-tedesco mentre resta incerto l'interlocutore italiano

Pericolo Italia: le pressioni dell'Europa per il nuovo Governo

Sono trascorsi dieci mesi dall'elezione di Emmanuel Macron, ed oltre sei mesi dal voto in Germania.  In occasione della riunione tenutasi nei giorni scorsi a Parigi, i due capi di governo hanno voluto sottolineare come abbia ricominciato a funzionare a pieno regime l'asse franco-tedesco, e come ha ripreso la loro attività di pressione nei confronti degli altri paesi della comunità, in particolare dell'Italia paragonando, tra l'altro, il risultato dell'ultima tornata elettorale alla Brexit. Le parole di Emmanuel Macron "Il lavoro che ci aspetta è importante, in un contesto europeo profondamente scosso da Brexit e dalle elezioni italiane" Diventano per l'ennesima volta un inaccettabile attacco all'economia ed alla stabilità del nostro paese e dimostrano come la volontà dell'asse franco-tedesco non sia quella dichiarata a parole da Angela Merkel "Avanzare insieme è più necessario che mai" ma quella di "controllare" i paesi più deboli, inclusa l'Italia, mettendo le basi per un nuovo balzo dello spread tra i Bund tedeschi ed i titoli di stato italiani che ha già causato in passato immensi danni. A queste parole è immediatamente seguita la decisione dell'agenzia di rating Fitch, che ha confermato per l'Italia un giudizio BBB sottolineando come sia "difficile un governo stabile" ed esista un "rischio per le riforme".

Non possono passare inosservate anche le parole del Ministro Pier Carlo Padoan che, al termine della riunione dei ministri delle Finanze dell'Unione, ha ritenuto opportuno farsi portavoce della preoccupazione dei colleghi dichiarando "L'Italia è fonte di incertezza per l'Eurozona". Sottolineando come un governo antieuropeo rappresenti un rischio per la moneta unica, sottolineando nelle domande degli altri Ministri presenti alla riunione come il futuro dell’Italia sia incerto.

Di fronte ad una posizione di questo tenore la domanda da porsi è se sia opportuno che uomini politici stizziti per essere usciti sconfitti nelle elezioni, che non credono nel nostro paese e nelle libere decisioni prese dagli elettori e che dimenticano i gravi problemi che devono quotidianamente affrontare i cittadini e le famiglie, siano in grado di gestire una fase di transizione così delicata come quella che si prospetta per il nostro paese, in attesa della nomina dei nuovi presidenti della Camera  e del Senato e del nuovo capo del governo.

La risposta appare evidente, è necessario procedere con la massima velocità alla nomina di un nuovo esecutivo, che possa cominciare a lavorare per costruire e non per distruggere. Considerando inoltre le gravi problematiche di carattere economico che si troverà ad affrontare con Bruxelles. Dove a breve verrà inclusa la richiesta di una pesante manovra bis per il 2018 di cui tutti sono al corrente ma che fino ad oggi è stata procrastinata esclusivamente a fini politici ed elettorali.

La stretta intorno all'Italia si stringe di giorno in giorno, con continue dichiarazioni di esponenti politici europei, ed in particolare tedeschi, che non perdono occasione per mettere in guardia dal rischio paese con parole forti destinate a provocare scompiglio e crisi.

Lars Feld, consigliere di Angela Merkel, ha spiegato in una lunga intervista che "In Italia si è verificata una catastrofe, con lo scenario peggiore di un patto populista" e ribadendo che possono essere provocati "gravi danni" ed infine sottolineando che "Le chance di riformare l'Europa diminuiscono".

Ha poi aggiunto che per formare il governo ci potrebbe volere del tempo e "intanto non ci sarebbe un interlocutore affidabile", dimenticando però che nella sua Germania sono stati necessari sei mesi di trattative per riuscire a nominare un esecutivo, e che la soluzione è stata trovata solo ora e confermando purtroppo, ancora una volta, che in Europa esistono paesi che si ritengono "superiori" ad altri e dove, se è necessario, attendere sei mesi per avere un governo si tratta di un positivo percorso virtuoso. Mentre per i paesi "inferiori" si tratta di un deplorevole rallentamento dello sviluppo dei progetti europei.

Sfortunatamente questi sono i fatti e a questi temi dovrebbe essere dedicata la massima attenzione, perchè solo con un cambiamento radicale l'Europa potrà fare un salto in avanti verso una reale unione.

Il nostro nuovo esecutivo si troverà quindi a dover affrontare una situazione a Bruxelles che si preannuncia ogni giorno più difficile sotto la pressione dell'asse franco-tedesco , con un debito pubblico che è aumentato rispetto al mese di dicembre 2017 di 23,8 miliardi salendo a 2.279,9 miliardi come comunicato da Bankitalia nel fascicolo "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" e che vede ancora una volta in costante aumento il debito delle amministrazioni centrali (+ 23,3 miliardi) e quello delle amministrazioni locali (+0,5 miliardi) ed una situazione generazionale sempre più drammatica in cui , unico paese in Europa, il rischio povertà si è drasticamente spostato sui giovani e le giovani famiglie.

Nel decennio 2006-2016 gli under 35 a rischio povertà sono passati dal 23 % al 29,7 % ed i capifamiglia di età compresa tra i 35 ed i 45 anni sono passati dal 10 al 30 % mentre nello stesso arco di tempo la situazione degli over 65 è addirittura migliorata passando dal 20 al 15,7 %.

Questi pochi sintetici dati sono il risultato di politiche economiche, fiscali e sociali sbagliate, che hanno determinato una situazione drammatica per il nostro futuro, colpendo i giovani ed ancor più le famiglie giovani che non riescono a vivere dignitosamente, ma solo a sopravvivere, per difendere privilegi e presunti "diritti acquisiti", che i fatti dimostrano di non essere sostenibili dal nostro sistema e che sono il risultato di strategie e azioni politiche che non avevano alcuna visione sul futuro, ma si limitavano a cercare di volta in volta il consenso elettorale necessario per la sopravvivenza di chi già era al potere.

 L'impegno sarà quindi molto grande e oneroso ed è necessario riuscire in tempi brevi a nominare un nuovo governo che possa mettersi subito al lavoro per affrontare queste gravi problematiche interne ed al tempo stesso "resistere" alle pressioni esterne dei paesi "forti" per evitare che possano esserci ripercussioni economiche sui cittadini e sulle famiglie che sono già oggi in grandissima difficoltà.

Fonte: Il Cittadino
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