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Catechesi nell'arte - San Luca evangelista

Solennità il 18 ottobre

Catechesi nell'arte - San Luca evangelista

San Luca era in origine di famiglia pagana, fu medico di spicco ad Antiochia. Dopo la conversione divenne allievo di San Paolo che seguì in diversi viaggi tra cui Filippi, Gerusalemme e Roma. Le sue spoglie mortali sono custodite nella Chiesa di Santa Giustina a Padova. È patrono di artisti e pittori ma soprattutto di medici e chirurghi. Figlio di pagani, san Luca appartiene alla seconda generazione cristiana. Una lunga tradizione lo vuole originario di Antiochia, tanto da essere denominato “il medico antiocheno”. Luca, il cui nome è probabilmente abbreviazione di Lucano, vi nacque come pagano, ma diventò proselita o quanto meno simpatizzante della religione ebraica. Egli non era discepolo di Gesù di Nazaret; si convertì dopo, pur non figurando nemmeno come uno dei primitivi settantadue discepoli. La figura di San Luca è stata ripresa nei secoli da tantissimi artisti che lo hanno rappresentato in pittura e scultura seguendo quelli che sono i dettami iconografici più caratteristici del santo evangelista.
Nel San Luca dipinto in una grande pala d’altare di ambito marchigiano, realizzata tra il 1590 e il 1610 e dedicata alla Madonna con Gesù Bambino, appartenente alla Diocesi di Senigallia, possiamo ritrovare due dei tre attributi che vengono utilizzati per la rappresentazione del Santo. In questo olio su tela, alto più di due metri, San Luca viene dipinto con il libro del Vangelo in mano, nell’atto di scrivere, e con accanto il toro o bue (probabilmente alato).

Nella storia dell’arte solitamente gli evangelisti sono rappresentati coi simboli del tetramorfo che compare nelle profezie di Ezechiele e che ritorna nella descrizione neotestamentaria dei “quattro esseri viventi” contenuta nell’Apocalisse. Secondo questa tradizione il simbolo di San Luca è un toro alato e il motivo di questa scelta è legato al fatto che il primo personaggio ad essere presentato nel suo Vangelo è Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, sacerdote del tempio e responsabile del sacrificio dei tori. L’attributo mancante in quest’opera sono invece gli arnesi da pittore, spesso inseriti accanto alla figura dell’evangelista a sostegno di un’antica tradizione cristiana che vede proprio in San Luca il primo a realizzare dipinti raffiguranti la Madonna, San Pietro e San Paolo.

Un'antica tradizione cristiana afferma infatti, che l'evangelista Luca fu il primo iconografo e che dipinse quadri della Madonna, di Pietro e Paolo.
La leggenda di Luca pittore e iniziatore della tradizione artistica cristiana sorge nel contesto della controversia iconoclastica (730-843). Al di là della speculazione teologica sui passi biblici dell'Esodo e del Deuteronomio che esplicitamente avversano la raffigurazione del divino, sorse tra l'VIII e il IX secolo una ricerca minuziosa delle antiche tradizioni che avvalorassero l'idea di un'origine apostolica dell'uso delle effigi sacre. I teologi del periodo scelsero Luca probabilmente perché, tra gli evangelisti, fu quello più accurato nelle descrizioni dei personaggi sacri, finendo con ciò con colmare diverse lacune degli altri "sinottici". Si aggiunga che fu Luca stesso ad avere premura di ricordare, nel prologo del proprio vangelo, di essere stato molto scrupoloso nel raccogliere informazioni da "testimoni oculari" (1,1-4).

Fu, di fatto, l'unico a inserire nel racconto notizie accurate sulla Vergine e sull'infanzia di Gesù. D'altra parte, il suo ruolo di medico suggeriva una familiarità con la pittura, che nella tradizione tardo-antica era ritenuta imprescindibile strumento per la riproduzione, in repertori illustrati, di piante officinali. La più antica attestazione della leggenda è il Trattato sulle sante immagini di Andrea di Creta (VIII secolo), in cui l'autore si dichiara certo dell'accuratezza massima dei ritratti lucani, al contrario di quanto accade con le fisionomie riportate da Giuseppe Flavio nel Testimonium Flavianum.
Risulta interessante la testimonianza di Simeone Metafraste (950-1022), che nel suo Menologio (raccolta di vite di santi ordinate secondo il calendario liturgico), sottolineava come l'evangelista, per le sue opere, si era avvalso di "cera e colori" (la cosiddetta pittura ad encausto, la più diffusa in età antica e in epoca proto-bizantina, prima di essere sostituita dai più versatili colori a tempera).

A Genova la piccola chiesa di San Luca situata proprio nel Centro Storico riporta tra gli affreschi attribuiti a Domenico Piola la rappresentazione delle Storie di San Luca (1681-1690) tra le quali vi è anche quella anche lo vede primo ritrattista della Vergine, nel catino absidale. La figura di Luca, medico e pittore della Vergine, di lingua e cultura greca, è specificatamente assunta a protagonista della decorazione del catino con il Santo che ritrae la Vergine, nell’abside con la predica (che egli svolge avendo in mano la sacra icona), nella controfacciata con il Battesimo da lui amministrato, ma anche e soprattutto nel pennacchio laterale destro della cupola raffigurante la Parabola del figliuol prodigo, narrata solo da lui, messaggio di speranza e di perdono.

Fonte: Il Cittadino
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