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Catechesi nell'arte - La chiesa di San Marco al Molo

Un edificio che conserva le tracce della storia e della devozione al Santo

Catechesi nell'arte - La chiesa di San Marco al Molo

San Marco ebbe un contatto quotidiano con San Pietro lo rese edotto sulla vita e sui fatti miracolosi del Salvatore, ed ebbe così modo di scrivere il Vangelo che da lui prese nome. Dopo il martirio di San Pietro, Marco lasciò Roma ed andò ad Aquileia dove fu il primo vescovo; trasferitosi in Egitto fondò in Alessandria la prima chiesa, quando preso dagli eretici fu sottoposto al martirio al quale seguì la morte. Fin dall’VIII secolo il corpo di San Marco fu conservato nella chiesa episcopale da lui fondata, ma nell’anno 815 fu trafugato e portato a Venezia dai nobili veneziani Buono Tribuno e Rustico di Torcello.
Da quel periodo il culto verso San Marco si diffuse anche a Genova. La piccola chiesa dedicata a San Marco Evangelista sorge nella vecchia area del quartiere del Molo.
In origine l’accesso all’edificio di pietra in stile romanico era rivolto ad ovest e la chiesa si stagliava direttamente sui prolungamenti dei moli aggrappati alla scogliera. All’inizio del XIV sec. ne fu parroco il primo cartografo genovese di cui si abbia notizia, Giacomo da Carignano il quale, oltre ad essere uomo di chiesa e di scienza, fatto al tempo inconsueto, era anche personaggio attento agli affari. L’edificio fu oggetto di lavori di manutenzione nel ‘400, ma fu nel ‘500 che operò le principali trasformazioni venendo inglobato nella più recente, a quel tempo, cinta muraria culminata con l’erezione della poderosa Porta Siberia.
Le mura della Marinetta costeggiandola lungo tutto il lato a nord la separarono dal contatto diretto con i moli ai quali rimase collegata attraverso la Porta della Marinetta. Fu in questa occasione che l’esposizione della chiesa venne ridisegnata e disposta al contrario. Quello che oggi è l’ingresso un tempo costituiva l’abside. Sul finire del ‘500 e per tutto il ‘600 S. Marco al Molo subì continue modifiche e rifacimenti culminati con la settecentesca versione barocca.
Fino ancora a gran parte dell’800, essendo il Molo la sede delle esecuzioni capitali, S. Marco costituiva l’ultima tappa del macabro corteo che partiva dal Palazzetto Criminale per snodarsi lungo le vie del centro e ricevere qui l’ultima benedizione. A testimonianza di questo spiacevole compito una lapide del 1654 rammenta come il parroco della chiesa si fosse assunto l’onere di celebrare messa in suffragio perpetuo per i condannati ogni sabato e il 2 novembre di ogni anno.
A seguito dei restauri resisi necessari a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale sono stati riscoperti colonne ed archi romanici originali, le tracce dell’antica abside, a conferma di quanto sopra affermato, ovvero che la chiesa avesse un diverso orientamento rispetto a quello attuale e i resti della base ottagonale dell’antica torre demolita nel 1783 perché pericolante. Venne successivamente sostituita con l’attuale campanile a torre.
Il campanile originario della chiesa romanica era in realtà una "torre nolare", in quanto incorporata nella struttura dell’edificio principale, tipica del romanico primitivo; di forma ottagonale simile a quello della chiesa di S. Donato.
Interessante il piccolo distacco di via del Molo, risalente al 1594, che accoglie il portico medioevale costruito nel 1346 a ridosso di quella che era allora l’abside della chiesa. All’esterno troviamo inoltre una lapide che ci ricorda nuovamente la dedicazione a San Marco: sul fianco sinistro dell’edificio, esiste una lapide con un bassorilievo raffigurante il leone di San Marco, che pone il suo piede artigliato su un libro. Su di esso è incisa la scritta “Scdum Marcum: ecce ego mitto aglm an facietuam qu pparavit via tua ant te”.
Questo leone marciano era originariamente collocato sulla Porta marina di Pola e venne sottratto dalle milizie genovesi comandate dal capitano Gaspare Spinola che nella seconda metà del XIV secolo misero a ferro a fuoco tutte le città costiere della penisola istriana.
Da oltre sei secoli, il leone avulso dalla sua sede originaria ricorda dall’alto della chiesa di San Marco al Molo i drammatici avvenimenti degli anni successivi, con la guerra tra veneziani e genovesi che ebbe termine l’anno successivo con la Pace di Torino, siglata nel capoluogo piemontese il 24 agosto 1381.

Ilaria Brigati

Fonte: Il Cittadino
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