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Cambiamenti in atto nelle Diocesi - L'esempio di Perugia - Città della Pieve

Mons. Ivan Maffeis: "Il coraggio dei passi"

Cambiamenti in atto nelle Diocesi - L'esempio di Perugia - Città della Pieve

Continuiamo il viaggio fra le Diocesi italiane che stanno vivendo in questi anni una fase di cambiamento e di trasformazione.

A Perugia – Città della Pieve è Vescovo dall’11 settembre 2022 Mons. Ivan Maffeis, già sottosegretario e portavoce della Cei, riconfermato nel 2022 da Papa Francesco consultore del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.
La diocesi è composta da sette zone pastorali che raggruppano 32 unità pastorali.

Ad un anno dal suo ingresso in Diocesi, lo scorso 12 settembre 2023 Mons. Ivan ha scritto “Il coraggio dei passi”, la sua prima Lettera pastorale, frutto – come si legge sul sito della Diocesi umbra – “di una puntuale riflessione pastorale dopo aver conosciuto tutte le componenti della Chiesa diocesana, avviato contatti con le realtà istituzionali, socio-culturali e produttive del territorio, soprattutto su quanto è emerso dall’Assemblea diocesana” nel mese di maggio 2023.

Limiti e fatiche – Punti di forza
La prima parte della lettera è dedicata all’analisi di quanto consegnato dall’Assemblea diocesana.
In particolare, emerge l’esigenza delle comunità di trovare forme di prossimità verso chi frequenta regolarmente, ma anche a quanti non conoscono ancora la proposta evangelica: non ci si può esimere da ricercare “i modi adeguati dell’annuncio”.
“Una Chiesa che stenta ad inserirsi nel mondo moderno e contemporaneo, quando nella predicazione e nella liturgia usa un linguaggio astratto dalla storia vissuta” rischia di appiattire – scrive don Ivan – l’autentico insegnamento di Cristo.
“Nuove forme di presenza ecclesiale” basate su una progettualità e proposte con gradualità sono la risposta ai “cambiamenti culturali in cui siamo immersi”, e che oggi “hanno travolto riferimenti e modelli di azione pastorale che fino a un recente passato si erano rivelati efficaci”.
Campanilismo che rende problematica la collaborazione e disperde le energie, sottovalutazione dell’importanza degli Organismi di partecipazione, frammentarietà e autoreferenzialità, la tentazione del “si è sempre fatto così”, la gestione delle strutture lasciata interamente ai sacerdoti, l’isolamento di alcune zone pastorali sono stati, in estrema sintesi, i punti di debolezza emersi dall’Assemblea diocesana.
Punti di forza sono invece stati individuati nella presenza significativa e motivata dei sacerdoti, dei diaconi e dei laici impegnati, la comunione che contraddistingue molte unità pastorali, gli Oratori giovanili, la capillarità della rete caritativa.

Passi di cambiamento
“Abitare da credenti il cambiamento d’epoca nel quale siamo immersi e ripensare le modalità della presenza ecclesiale sul territorio” è il cuore della seconda parte della lettera di Mons. Maffeis.
Sulla base della triplice indicazione data da Papa Francesco nell’incontro con i Vescovi delle Chiese italiane e i referenti del cammino sinodale – camminare lasciandosi guidare dallo Spirito, far crescere lo stile della corresponsabiltà, essere Chiesa aperta – don Ivan delinea “il tratto di strada” che attende la sua Diocesi, per mettere in atto scelte operative.
Dall’assemblea diocesana sono emerse alcune istanze che si collocano proprio nella direzione indicata dal Pontefice.
“Il coraggio del nuovo”, pur senza dimenticare la ricchezza della Tradizione, è sentito come urgente, in particolare in alcuni ambiti.
- la catechesi dei bambini e dei ragazzi, che necessita oggi di un maggiore coinvolgimento delle famiglie;
- il numero delle celebrazioni, che oggi non può misurarsi su un passato in cui c’erano non solo più sacerdoti, ma anche più fedeli;
- la carità, che non può limitarsi ad una connotazione filantropica, ma deve alimentarsi alla spiritualità evangelica;
- i sacerdoti, che devono essere sgravati delle attività burocratiche che gravano “sull’azienda parrocchia”;
- non considerare il laicato una manovalanza, riconoscendone la sua responsabilità, per lavorare insieme in termini non di collaborazione ma di “corresponsabilità”;
- ridare forza agli organismi di partecipazione, lavorando in stile sinodale;
- decentrare alcune iniziative diocesane, per interloquire, anche da parte della Curia, con il territorio e le periferie;
- dare attenzione al mondo del lavoro, della scuola, della cultura, dell’Università, per valorizzare le circostanze ordinarie della vita trasformandole in occasione di incontro e scambio.

Le due lettere apostoliche di Papa Francesco “Antiquum Ministerium” (che ha istituito il ministero del catechista) e Spiritus Domini (accesso alle donne al ministero del lettorato e dell’accolitato) sono due testi “da attuare senza timore o ritardi”.

Unificazione di alcune parrocchie
“Affinchè le comunità più piccole non si sentano semplicemente destinate a venire accorpate a quelle più grandi” è bene costruire sul territorio delle “equipe di persone, sapientemente formate e cordialmente legate al Vescovo”, che possano lavorare insieme al sacerdote chiamato a presiedere queste unità.
Le risorse – suggerisce il Vescovo di Perugia – ci sono: i diaconi, i catechisti, i Ministri della Comunione, i lettori, i sacrestani, i volontari dei Centri di Ascolto, gli animatori del mondo giovanile.
“Sono passi che troveranno la forza non in un decreto, ma nel confronto fraterno, paziente e attento a valorizzare ogni disponibilità”.

Fonte: Il Cittadino
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