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La moviola è scesa in campo

Protagonista della partita e del dopo partita

C’era una volta… la moviola. Anzi, c’è ancora. Non solo: è diventata protagonista, oltre che del dopo-partita, anche della partita stessa. Già, perché le nuove regole della Serie A nostrana hanno previsto per il campionato di calcio 2017-2018 l’introduzione della tecnologia Var (acronimo di “Video Assistant Referee”, video assistente arbitro), che consente all’arbitro di chiedere in tempo reale la verifica delle immagini per prendere le giuste decisioni in campo.

Nel linguaggio cinematografico, la “moviola” (da “movie”, film) è un apparecchio fornito di dispositivi speciali e di un piccolo schermo, che consente di montare nell’ordine predefinito le diverse parti di una pellicola cinematografica girate separatamente, facendo scorrere avanti e indietro le immagini alla velocità desiderata.

Dal grande schermo al piccolo schermo il passo è breve: quando l’utilizzo della moviola ha travalicato il settore cinematografico, ha trovato sbocco anche nel mondo dello sport, diventando nella lingua italiana sinonimo di visione delle immagini a velocità rallentata. La vasta platea di calciofili del nostro Paese ha imparato a conoscerla soprattutto grazie al giornalista sportivo Carlo Sassi, che quarant’anni fa – il 22 ottobre 1967 – la utilizzò in anteprima per analizzare il “gol fantasma” di Gianni Rivera nel derby meneghino Inter-Milan.

Da allora, nel corso dei lustri, la moviola ha avuto un posto fisso nella “Domenica sportiva”, nei moltissimi programmi dedicati al calcio e nelle polemiche discussioni da bar sugli episodi determinanti non soltanto per le sorti di un match ma addirittura per gli esiti finali di interi campionati.

Oggi, dopo anni e anni di discussioni su quanto sarebbe (stato) utile poter sfruttare questo dispositivo nel corso delle partite – come già avviene per altri sport – la moviola è scesa finalmente in campo con la tecnologia Var. Secondo l’apposito regolamento della Fifa, può essere utilizzata durante una partita di calcio a discrezione dell’arbitro per verificare la regolarità di un gol, decidere la concessione di un calcio di rigore, decretare l’espulsione di un giocatore, correggere l’ammonizione o l’espulsione del giocatore sbagliato.

Sarebbe stato anacronistico tenere l’occhio elettronico ancora fuori dalla diretta delle partite, più saggio è sfruttare le possibilità offerte dall’innovazione strumentale per cercare di favorire un arbitraggio migliore. In una partita di calcio, ora gli arbitri sono ben sei: quattro sul terreno di gioco (il direttore di gara, i due guardalinee e il “quarto uomo”) e due davanti al monitor, pronti a intervenire.

La moviola in campo può favorire l’aumento della regolarità del gioco e del risultato ma, come hanno già dimostrato alcuni episodi delle prime giornate pedatorie, non può certo sopire le polemiche fra i tifosi dell’una o dell’altra squadra. Anche perché la decisione di ricorrere alla verifica delle immagini spetta pur sempre all’arbitro, che può non ritenerla necessaria se è sicuro di aver visto – e giudicato – “bene” con i suoi occhi. Var o non var, ne vedremo (e ne sentiremo) ancora delle belle…

Fonte: Sir
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